Partinico, Cosa Nostra cambia vocabolario: non uccide più, “manda in ferie”

di Marco Maimeri*
Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA

In questo testo del 2008 ancora non c'erano questi termini: entreranno?

Una retata ha portato alla luce nuovi capi clan, più giovani, e un nuovo lessico, più trendy. La mafia cambia per necessità, non certo per virtù. E i nuovi vertici, figli di padri e padrini, svecchiano il vocabolario ma non i modi. Ora la famiglia si chiama “officina” e per ordinare un omicidio usano il termine “mettere in ferie”. Fare un’estorsione equivale a “tingere” e quando discutono di consolidare gli equilibri all’interno del clan fanno riferimento al “fabbricato” oppure alla “fondazione”.

Poco importa però se questi nuovi capi hanno 24 o 28 anni e parlano un linguaggio più giovanile e immediato. Prima Leonardo e poi Giovanni Vitale, entrambi figli di Vito detto “Fardazza”, sono arrivati al vertice dello storico mandamento mafioso di Partinico attraverso un’escalation di attentati che ha seminato il panico nella provincia di Palermo. A scoprirlo i carabinieri di Monreale, coordinati dal sostituto procuratore Francesco Del Bene e dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, che, la notte scorsa, hanno arrestato 23 persone. Fra questi, anche un architetto palermitano, Antonino Lu Vito, che avrebbe fatto da tramite fra le cosche di Partinico e quelle cittadine.

Dalle intercettazioni dei carabinieri, oltre al nuovo vocabolario, sarebbero emerse anche alcune informazioni sugli affari del nuovo clan di Partinico: i Vitale costringevano gli imprenditori della zona a rivolgersi a una ditta di loro fiducia per la fornitura del cemento, la Edil Village, gestita da Alessandro Arcobascio e Alfonso Bommarito, anche loro finiti in manette. Nessun imprenditore si sarebbe mai ribellato benché il cemento, per coprire la tangente mafiosa, costasse di più.

* Scuola di Giornalismo Luiss