Pasqua 2016 guida date, feste, tradizioni dagli ebrei a Gesù

di Sergio Carli
Pubblicato il 24 Marzo 2016 - 07:50 OLTRE 6 MESI FA
 Pasqua 2016 guida date, feste, tradizioni dagli ebrei a Gesù

Pasqua 2016 guida date, feste, tradizioni dagli ebrei a Gesù

ROMA – Pasqua non è solo il primo ponte dell’anno, quattro anche 5 giorni di festa in fila,  è anche la festa religiosa fondamentale per oltre due miliardi di persone,  un terzo del genere umano, fra cristiani e ebrei. Uova e agnello, simboli gastronomici e gourmet del nostro consumismo, sono prima di tutti simboli religiosi, di cui si ha notizia da qualche migliaio di anni via Bibbia ma che certamente riflettono valori ancestrali. Sono la vita e il suo rigenerarsi, così da milioni di anni, che vengono celebrati da quando il primo uomo e la prima donna sono usciti dai peli della scimmia; sono la vittoria della vita sulla morte, la resurrezione dello spirito dalla decadenza della carne che sono al centro del mistero pasquale dei cristiani da quando Gesù Cristo è morto in croce. La coincidenza con l’inizio della primavera dilata il valore della Pasqua oltre i confini delle due religioni ebraica e cristiana che la celebrano in quanto tale e estende il valore alla umanità intera.
Pasqua non è una festa consumistica come Natale, quello di consumistico che porta con sé è legato al ciclo della terra e della vita.

Perché le date della Pasqua cambiano ogni anno?
Pasqua è una festa cristiana, ma a differenza di quasi tutti i giorni nel calendario cristiano, la Pasqua non ha una data fissa.
I giorni di festa pasquali variano, nel senso che non rientrano in una data fissa nei normali calendari gregoriano o giuliano, che seguono il ciclo solare.
La Pasqua invece è determinata dal calendario lunare, che è basato sulle fasi lunari.
Pasqua è programmata per la prima domenica dopo la prima luna piena successiva all’ equinozio di primavera intorno al 21 marzo.
L’equinozio primaverile è il momento in cui il Sole attraversa l’equatore celeste – la linea immaginaria nel cielo sopra l’equatore terrestre – da sud a nord.
Per questo, nel cristianesimo occidentale, la Pasqua cadrà sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile.

Chi ha deciso quando deve cadere la Pasqua?
Un Concilio di vescovi cristiani fu convocato dall’imperatore romano Costantino I nel 325 d.C., il primo Concilio di Nicea e fu il primo tentativo del cristianesimo di ottenere un consenso sulle teorie della Chiesa .

Nel Concilio fu deciso, che il giorno di Pasqua dovesse cadere la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera, e che doveva sempre cadere di Domenica per simboleggiare il giorno della Resurrezione di Cristo.

La Pasqua cristiana

La Pasqua cristiana è preceduta dalla Quaresima, un periodo di penitenza di quaranta giorni che va dal mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo.
Il tempo pasquale ha infatti inizio il Mercoledì delle Ceneri – il primo giorno di Quaresima.
La Quaresima dura 40 giorni – se si escludono le sei domeniche tra il Mercoledì delle Ceneri e la Domenica di Pasqua – ed è un momento in cui i cristiani digiunano o rinunciano un particolare alimento. Il periodo di digiuno è per ricordare quando Gesù andò nel deserto e digiunò per 40 giorni.

La Domenica delle Palme, il cui simbolo è il ramo d’ulivo – viene ricordato l’arrivo del Messia in Gerusalemme e la sua passione.

Le date della Pasqua cristiana 2016 sono:
Durante la Settimana Santa hanno luogo momenti liturgici ben precisi. Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione.

Giovedì Santo: è il 25 marzo, da noi si lavora, solo le scuole sono chiuse, ma se andate in Islanda non trovate nessuno in strada e i negozi sono chiusi, sono tutti in chiesa (protestante) a pregare e cantare. Sono allestiti i Sepolcri, si svolgono le cerimonie di lavaggio dei piedi.

Il giovedì mattina si apre con la Messa del Crisma, in cui vengono benedetti l’olio profumato – quello utilizzato nei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine – l’Olio dei catecumeni e l’Olio degli infermi.
La sera del giovedì Santo si svolge la Messa in Cena Domini in ricordo dell’ultima cena di Gesù, alla quale segue la processione al “sepolcro”. Le ostie, che saranno utilizzate nella celebrazione del venerdì santo, vengono portate in un tabernacolo, il sepolcro, per essere adorate dai fedeli.

Il Venerdì Santo è il 25 marzo: si vuole di digiuno (sarebbe meglio come si addice a una vigilia) e magro (pesce e non carne, anche se l’astensione dalla carne di cui parlano i sacri testi è da presumere quella della carne flesh non quella della carne meat.
È il giorno terribile, quello della morte di Gesù, quello del vento che squarcia il velo del Tempio, quello del buio e della tempesta alle 3 di un pomeriggio di primavera.
Sabato Santo: siamo al 26 marzo, è un giorno di transizione, chi può continua la visita dei Sepolcri, chi è in vacanza se la gode senza troppe remore. A mezzanotte suonano le campane, Cristo è risorto.

Pasqua, domenica 26 marzo, è la festa. Tutti fuori, Pasqua con chi vuoi, ristoranti pieni, occhio al rientro, strade piede di ubriachi.
Lunedì dell’Angelo o Pasquetta, 27 marzo.

È il terzo giorno dalla morte di Cristo, quello in cui aveva promesso che non lo avrebbero più trovato nella tomba. La cosa allarmò tanto i capi religiosi ebraici che chiesero a Pilato di mettere guardie e sigilli a quella tomba.

Il Vangelo colloca il terzo giorno alla domenica, contando i tre giorni incluso il venerdì. Gli evangelisti erano tutti pii ebrei, per loro il giorno di festa era il sabato e la settimana aveva inizio il lunedì. Così scrivono concordi Marco, Luca e Giovanni. Per la Chiesa che conosciamo noi, il riferimento era Roma, non Gerusalemme e la settimana era quella che ancor oggi comincia il lunedì mentre il giorno di festa per antonomasia è la domenica, come per gli ebrei il sabato.
Domenica o lunedì che sia, resta il fatto che quando le pie donne andarono alla tomba, per lavare il cadavere di Gesù e coprirlo degnamente di balsami e unguenti, ci trovarono seduto un angelo sulla pietra ribaltata che disse loro: “Non è qui”.

Perché la Pasqua cristiana coincide con la Pasqua ebraica?
L’origine della Pasqua cristiana, secondo il Vangelo, risale alla crocifissione di Gesù, episodio che coincide con la vigilia della celebrazione di quella ebraica.
Gesù, gli apostoli e i primi cristiani erano tutti ebrei e anche l’essenza del cristianesimo è rinchiusa nella religione ebraica, anche la preghiera cristiana per antonomasia, il Padre Nostro, è una parafrasi di una simile invocazione ebraica.

La crocifissione fu decisa due giorni prima e eseguita la vigilia della Pasqua ebraica, cioè il venerdì Gesù era entrato trionfante a Gerusalemme una settimana prima e i capi ebrei temevano probabilmente una insurrezione popolare in nome del Messia e del Regno di Dio in coincidenza col giorno di Pasqua. Per questo si affrettarono a denunciare Gesù e a farlo crocifiggere dai romani, non come blasfemo ma come ribelle, quindi non lapidato, cosa che sarebbe toccata a loro con probabili ripercussioni nel sentimento popolare, mentre la crocifissione era la pena tradizionale dei romani per i ribelli.

Quella dei capi ebrei fu una mossa accorta. L’altra faccia di Roma faro di civiltà e di diritto era quella di una spietatezza che fa impallidire i peggiori Hitler e Stalin. La pulizia etnica e il genocidio non erano stati ancora definiti come delitti contro l’umanità ma i Romani li praticarono su una scala che nessun dittatore moderno, forse solo per mancanza di tempo, non ha mai uguagliato.
Se si legge la cronaca della Domenica delle Palme si vede Gesù circondato da un tifo da stadio ma quelli non erano tempi. Gli ebrei mal sopportavano l’occupazione romana, spietata, esosa, con una pressione fiscale al cui confronto quella italiana è acqua fresca, su una popolazione povera su una terra arida. I romani non ci avrebbero pensato due volte, al primo accenno di ribellione in nome di Gesù, a mettere in atto una repressione spietata, con esecuzioni di massa. Passare a fil di spada migliaia di uomini in una giornata non era una eccezione per quei nostri civilissimi antenati, era un naturale strumento di ripristino della legalità.
La Pasqua ebraica
Le origini della Pesah, Pasqua ebraica, risalgono, probabilmente, alla festa pastorale che veniva praticata nel Vicino Oriente dai popoli nomadi per ringraziare Dio. I festeggiamenti pastorizi erano legati anche alla “festa del pane non lievitato” – mazzot.

Dopo la liberazione del popolo ebraico, fuggito dall’Egitto guidato daMosè, la Pasqua ebraica assunse un diverso significo. Mosè, come è scritto nel dodicesimo capitolo dell’Esodo, programmò la fuga del suo popolo. Tutti gli ebrei uccisero un agnello di un anno, consumarono il pasto in piedi con il bastone, pronti per la partenza, e segnarono con il sangue dell’animale le porte delle abitazioni. Così facendo tutti i primogeniti ebrei si sarebbero salvati dall’angelo inviato da Dio.

Ancora oggi la Pasqua ebraica, che inizia con il plenilunio di marzo e dura per otto giorni, è celebrata seguendo antichi riti. Durante questi otto giorni tutto gli ebrei ricordano la liberazione dalla schiavitù del proprio popolo dalle vessazioni egiziane e l’inizio di un viaggio lungo 40 anni alla volta della terra promessa.

La celebrazione della Pasqua coinvolge tutti i familiari con la lettura dell’Haggadà – libro della leggenda. In questo periodo, inoltre, sono banditi i cibi lievitati e per questo si mangia esclusivamente il pane azzimo. La tavola, durante la festa, è ricca di cibi simbolici: le erbe amare che ricordano la sofferenza del popolo ebraico, il pane azzimo, l’agnello arrostito intero, le erbe rosse, un uovo che simboleggia il lutto e la salsa charoseth, usata dagli schiavi ebrei in Egitto.

Cosa c’entrano le uova di cioccolato con Gesù?

Le uova sono un simbolo di nuova vita, il simbolo della Resurrezione di Gesù la domenica di Pasqua. Possono anche essere viste come  rappresentazione della primavera e celebrano la rinascita e il rinvigorimento dopo la durezza dell’inverno.
Questo è il motivo per cui noi vediamo tanti pulcini, agnelli e altri simpatici animali che ci ricordano la continuazione della vita.
E commercialmente è un affare enorme – rivenditori e produttori amano il periodo di festa, convincono a spendere parte del denaro per l’acquisto di uova di Pasqua, cartoline e qualsiasi cosa raffigurante i conigli.

E il coniglietto?

Colpa dei tedeschi per il coniglietto di Pasqua. Originariamente una “lepre pasquale”, che portava un cestino di cioccolato ai bambini che si erano comportati è menzionata la prima volta nella letteratura tedesca nel 1682. La tradizione si fermò, e ha portato ai coniglietti di Pasqua che si vedono oggi sugli scaffali, così come l’attesa per la consegna delle uova pasquali.

La data di Pasqua potrà diventare fissa?

C’è chi ritiene che una data fissa per pasqua aiuti le famiglie, le scuole e le imprese a pianificare le proprie vacanze fissando la data della Pasqua, ad esempio in modo che cada sempre tra il 9 aprile e 15. Gruppi di pressione affermano che l’iniziativa potrebbe rilanciare l’economia.