Pavia, furti mensa ospedale: coop licenziò dipendente onesto

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2016 - 17:21 OLTRE 6 MESI FA
Pavia, furti cibo ospedale: coop licenzia dipendente onesto

Pavia, furti cibo ospedale: coop licenzia dipendente onesto

PAVIA – Quasi ogni giorno (secondo l’accusa), per almeno tre anni, i suoi colleghi hanno saccheggiato le dispense e le celle frigorifere dell’ospedale. Ma per la cooperativa del Policlinico San Matteo di Pavia, quello da mettere a tacere era il dipendente onesto, quello che aveva avuto il coraggio di denunciare i furti. Il primo a scontarla è stato proprio lui. Scrive l’Ansa che l’uomo che svolgeva le pulizie all’interno della mensa del San Matteo “ha preferito licenziarsi dalla cooperativa, è andato in Questura e ha raccontato tutto”. Era l’estate del 2013: dopo oltre due anni di indagini la presunta verità è venuta a galla.

Tredici persone sono state arrestate proprio ieri, 16 febbraio, dalla squadra mobile di Pavia: dodici sono dipendenti del Policlinico, tra cui 9 cuochi e uno della cooperativa che si occupa delle pulizie. Per tutti e tredici è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. Complessivamente le persone indagate sono 48, su circa 60 dipendenti del San Matteo che operano nella mensa.

L’ipotesi di reato è, per tutte le persone coinvolte nell’inchiesta, quella di furto aggravato e continuato; per alcuni dipendenti dell’ospedale che svolgono incarichi di “pubblico servizio” (come i cuochi) si aggiunge anche l’accusa di peculato.

L’indagine è scattata subito dopo la denuncia dell’ex inserviente, con l’installazione di telecamere interne all’ospedale. Le immagini mostrano centinaia di furti di alimenti dai frigoriferi dell’ospedale. I viveri venivano nascosti in sacchi dell’immondizia, per essere poi caricati dai dipendenti sulle proprie auto a fine turno e portati a casa. Le cucine del San Matteo erano diventate quasi un supermercato nel quale “fare la spesa gratis”. Tra le persone denunciate figura anche una guardia giurata che svolgeva servizio di vigilanza in ospedale: grazie alla sua complicità sarebbe entrato al San Matteo, di notte, anche un nomade sinti (dipendente di una cooperativa), insieme ad altre due donne nomadi, per mettere a segno diversi furti nelle cucine.

Giorgio Girelli, da poche settimane a capo della Fondazione San Matteo di Pavia, ha definito “di particolare gravità il quadro criminoso che emerge dalle indagini. Come rappresentante del San Matteo esprimo la mia più sincera gratitudine nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine, per aver fatto emergere reati così odiosi”. I vertici dell’ospedale non anticipano le loro decisioni, ma è evidente che se le accuse che hanno portato agli arresti dovessero essere confermate per le persone arrestate scatterebbe il licenziamento.