Penati, l’accusatore Pasini: “Me l’aspettavo”

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA

Filippo Penati (Foto LaPresse)

SESTO SAN GIOVANNI (MILANO) – Ottant’anni, veneto di Fossalta del Piave, impegno in politica (centrodestra) e nell’imprenditoria del mattone, e passione del calcio: è Giuseppe Pasini, l’uomo che denunciato alla Procura di Milano “di essere vittima di soprusi”, riporta il Corriere della Sera, spalancando il baratro dell’indagine sull’ex presidente della Regione Lombardia Filippo Penati.

“Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi”, ha detto Pasini al Corriere. “Sono fatti incresciosi. Episodi rimasti a lungo sotto la cenere, sepolti dalla polvere di una città immobile. In realtà, posso dire? Non sono sorpreso, me l’aspettavo”.

Se l’aspettava da un anno, quando andò in Procura, per cercare di capire quelle “voci” che “giravano da un pezzo.  Biglietti, bisbigli. L’indagine viene fuori perché la Finanza s’è finalmente data da fare. Sono stato ascoltato dai magistrati, sì. Tutto si chiarirà. Io, magari, ci scriverò un libro”.

Nel 2001-2002, gli anni in cui Penati, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto alcune mazzette per, scrive il Corriere della Sera, “agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo criteri di comodo il Pgt del Comune alle porte del capoluogo lombardo”.

In quegli anni Pasini era il proprietario dei vecchi forni della ex Falck. Arrivato a Sesto con i suoi due fratelli, nel 200 si era accordato con Alberto Falck per comprare i capannoni, con i “veleni sepolti”, scrive il Corriere della Sera, per 400 miliardi di lire.

Nei due anni successivi il sindaco di Sesto Penati ha  ha disegnato e lasciato al successore Giorgio Oldrini la bozza del nuovo Piano regolatore, base per lo sviluppo urbanistico e, scrive il Corrierei, “i margini di guadagno”.

Pasini, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, era “furibondo”, temendo che il piano gli avrebbe “impedito di realizzare progetti di qualità”. In effetti in quegli anni tramontò il progetto dell’architetto Mario Botta, l’insediamento di Rai, Intesa e Sky. Fino a che, nel 2005, Pasini cedette la Falck a Risanamento, incassando 88 milioni. E perdendone “di più”, secondo quanto scrive il Corriere della Sera.