Pietro Genovese, Gaia e Camilla investite sulle strisce pedonali: le motivazioni della sentenza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Febbraio 2021 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA
Pietro Genovese, Gaia e Camilla investite sulle strisce pedonali: le motivazioni della sentenza

Pietro Genovese, Gaia e Camilla investite sulle strisce pedonali: le motivazioni della sentenza (Foto Ansa)

Pietro Genovese ha investito Gaia e Camilla mentre le due erano sulle strisce pedonali. Tutto accadde nel gennaio del 2019 nel tratto della terza corsia di sinistra di corso Francia a Roma. Questo quanto scrive il gip di Roma nella motivazioni della sentenza con cui il 19 dicembre scorso ha condannato a 8 anni Pietro Genovese.

Come scrive il giudice, “Gaia e Camilla avevano iniziato l’attraversamento con il verde pedonale ma si erano fermate per aver notato alla loro sinistra provenire dal precedente semaforo ad alta velocità tre auto impegnate, di fatto in una gara di sorpassi, che non accennavano a rallentare”. 

Pietro Genovese, Gaia e Camilla: le motivazioni della sentenza

Nelle motivazioni di 197 pagine il giudice scrive che Genovese ha “effettuato una serie di sorpassi utilizzando al contempo un cellulare con cui mandava messaggi. Superando il limite di velocità in ora notturna. Iniziando un ultimo sorpasso di un’auto che aveva cominciato a frenare e, poi, si era fermata”. 

Sempre secondo quanto scritto dal gip “è assai elevato il grado di colpa dell’imputato, sotto il profilo del quantum di evitabilità dell’evento, essendo l’incidente frutto anche di una negligente scelta dell’imputato di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di alcol. Pur sapendo che era obbligato a non bere qualora avesse voluto condurre un’auto, secondo la sua età e per il tempo in cui aveva preso la patente”.

Le parole dell’avvocato della mamma di Gaia

“La motivazione della sentenza di condanna di Pietro Genovese è una conferma netta della piena regolarità di condotta di Gaia e Camilla. Così sgombrando definitivamente il campo da fantasiose ipotesi di attraversamento “azzardato” che, in alcuni casi, null’altro hanno costituito che gratuiti e ingiustificati attacchi alla memoria delle due povere ragazze. Inizialmente incluse, addirittura, in un inventato gioco di attraversamento con il semaforo rosso che non ha avuto il benché minimo riscontro processuale”. Queste le parole del legale della mamma di Gaia.