Infermiera Fausta Bonino. L’accusa: uccise 13 pazienti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2016 - 08:09 OLTRE 6 MESI FA
Piombino: infermiera accusata di aver ucciso 13 pazienti

Piombino: infermiera accusata di aver ucciso 13 pazienti (foto Ansa)

PIOMBINO – Una infermiera professionale, Fausta Bonino, è stata arrestata dal Nas dei carabinieri. L’accusa è di omicidio volontario di 13 pazienti ricoverati nell’ospedale di Piombino, in provincia di Livorno. Per uccidere avrebbe usato un farmaco non previsto dalle terapie prescritte ai pazienti. La donna, 55 anni, originaria di Savona da una famiglia piemontese, era in Toscana dall’inizio degli anni ’80.

La morte dei ricoverati è avvenuta negli anni 2014 e 2015. Tutti i pazienti, a vario titolo e per diverse patologie, erano degenti l’Unita’ Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino.

L’operazione, denominata “Killer in corsia” si è conclusa nella tarda serata di ieri con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Livorno Antonio Pirato nei confronti dell’infermiera. Eseguito anche un decreto di perquisizione.

Spiega Il Tirreno:

La donna, da circa 30 anni in servizio all’ospedale piombinese, è stata arrestata nella serata di mercoledì 30 all’aeroporto di Pisa al rientro da un viaggio a Parigi, dove vive il figlio.

Da mesi l’Asl aveva avviato un’indagine interna per morti sospette da eparina all’ospedale di Villamarina, ma al momento non è certo che l’inchiesta in questione sia partita da questo procedimento.

Questo caso ricorda quello di Daniela Poggiali, la 44enne ex infermiera dell’ospedale Umberto I di Lugo, vicino Ravenna, condannata all’ergastolo perché accusata di avere ucciso una sua paziente 78enne iniettandole la mattina dell’8 aprile 2014 una dose letale di potassio. Quando il presidente della corte, Corrado Schiaretti, ha letto la sentenza, la Poggiali ha abbassato gli occhi e scosso la testa, prima di essere riportata nel carcere di Forlì. La Procura aveva chiesto per l’imputata l’ergastolo più l’isolamento diurno per un anno e mezzo, che è stato invece escluso, come l’aggravante dei motivi abbietti. Alla base della condanna invece ci sono la premeditazione e l’uso del mezzo venefici. Concessa una provvisionale da 150mila euro ai due figli della vittima. La difesa aveva invece chiesto l’assoluzione piena.

“La foto col cadavere è stata un errore, ma non sono un’assassina”. Così si difendeva un anno fa Daniela Poggiali. Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera scriveva: “«Mi hanno già condannato come una serial killer ma la verità è che senza la prescrizione del medico non ho mai dato neppure un sedativo ai pazienti. Figuriamoci se ho ucciso»”. L’infermiera di Lugo, 42 anni, per la prima volta parla e si difende dalle accuse per cui è stata arrestata lo scorso 9 ottobre per l’omicidio di un’anziana paziente: “E’ indagata per vilipendio di cadavere a causa di alcune foto choc che la ritraggono sorridente e beffarda accanto al corpo senza vita di una persona deceduta. Ed è sospettata dalla procura di altri delitti che avrebbe commesso sempre con la stessa tecnica: iniezione letale di cloruro di potassio”.

FOTO ANSA.