Pistoia, migrante spacciava droga: viveva nella canonica di don Biancalani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Novembre 2017 - 19:33 OLTRE 6 MESI FA
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Pistoia, migrante spacciava droga: viveva nella canonica di don Biancalani

PISTOIA – Un richiedente asilo ospite della parrocchia di Ramini a Pistoia gestita da don Massimo Biancalani è stato arrestato. Il ragazzo ha 21 anni ed è originario del Biafra e da oltre un anno viveva nella canonica della parrocchia. Le accuse nei confronti del giovane migrante sono di spaccio di droga: è stato arrestato in flagranza di reato mentre vendeva hashish in uno dei giardinetti della città.

Michela Monti sul quotidiano La Nazione scrive che don Massimo Biancalani aveva aperto la parrocchia a diversi richiedenti asilo, tra cui il ragazzo arrestato. Proprio nella sua stanza in canonica gli agenti della polizia hanno trovato un bilancino di precisione, solitamente utilizzato per pesare la droga. Il suo compagno di stanza è stato ascoltato come testimone insieme ad uno dei volontari che si occupa del centro di accoglienza:

“In attesa che si pronunci il Gip sull’arresto ora il giovane è stato riconsegnato alla custodia di don Biancalani che parla di situazione tragica del giovane legata alla sua storia prima dell’arrivo in Italia. ” Nei nostri locali non sono stati trovate sostanze di alcun tipo – commenta don Massimo -. Il persona fermata è un giovane proveniente da una delle regioni più martoriate dell’Africa, il Biafra. Ha una storia di grandi sofferenze per la perdita prematura dei suo genitori e della sorella e per le gravi violenze subite in Libia. Accogliere significa farsi carico di situazioni umane di grande fragilità. Ogni giorno le nostre comunità di Ramini e Vicofaro aprono le porte a situazioni umane difficili e di profondo disagio. Le difficoltà che possono capitare in questo lavoro non ci devono distogliere dalla costruzione faticosa di percorsi educativi e formati. Continueremo a seguire questo giovane, che sicuramente ha sbagliato, ma che merita ancora, a causa della sua debolezza, un grande sostegno umano”.