Pistoia. Morto neonato 7 mesi degli Elfi: comunità che vive tra i boschi

Pubblicato il 21 Dicembre 2012 - 14:33 OLTRE 6 MESI FA
Pistoia. Morto neonato 7 mesi degli Elfi: comunità che vive tra i boschi

PISTOIA – Un neonato della comunità degli Elfi è morto ad appena 7 mesi di vita. Una tragedia in questa piccola comunità di appena 200 persone che hanno scelto di vivere tra le montagne a contatto con la natura, composta sia da italiani che da stranieri. Il Corriere della Sera racconta della morte del piccolo Karma-Nur Marchetti, il secondo caso di morte di neonato nella comunità che subì un lutto simile nel 2002.

Gli Elfi vivono tra i boschi di Casa Sarti tra San Pellegrino e Sambuca Pistoiese e in altre zone montuose tra Toscana ed Emilia Romagna. Il neonato è morto nella sua culla e secondo un primo accertamento del medico legale potrebbe averlo ucciso un rigurgito.

Il Corriere della Sera scrive che non è la prima volta che un neonato perde la vita nella comunità degli Elfi:

“È il secondo caso di un bambino morto nella comunità. Nel marzo del 2002 a Collina di Sambuca il piccolo di una giovane coppia morì durante il parto. Fu aperta un’inchiesta ma alla fine fu accertato che la partoriente era stata accudita (c’era anche un’ostetrica) e che non ci fu alcuna negligenza, anche se forse in un ospedale qualcosa in più poteva essere fatta”.

La comunità fu fondata nel 1981 da alcune coppie che si stabilirono a Pesale, un paesino abbandonato, e lo ribattezzarono Gran Burrone. Poi la comunità si allargò fino a circa 200 persone dagli anni Novanta a oggi. Il Corriere della Sera racconta la loro storia:

“La comunità si sviluppò negli anni Novanta e non mancarono contrasti con le autorità perché a quei tempi alcuni elfi erano contrari a leggi e normative imposte dall’alto e non volevano mandare i figli a scuola. Poi la comunità si è molto integrata e oggi, come spiegano i sindaci della montagna pistoiesi, sono utili anche come presidio per tutelare l’ambiente e la salute dei boschi. Vivono di pastorizia, agricoltura e non hanno neppure l’acquedotto ma pozzi artesiani che si costruiscono da soli. L’energia elettrica non è più tabù ma la regola è che sia prodotta senza inquinare ed è così arrivata in comunità grazie a pannelli fotovoltaici”.