Polpetta con solfiti: dopo 10 anni di coma è Sara è morta

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Aprile 2016 - 19:22 OLTRE 6 MESI FA
Polpetta con solfiti: dopo 10 anni di coma è Sara è morta

Polpetta con solfiti: dopo 10 anni di coma è Sara è morta

RAGUSA  –  In coma dopo aver mangiato una polpetta con solfiti: è morta dopo dieci anni Sara Di Natale, di Ragusa. La giovane era una studentessa di 22 anni quando, il 7 febbraio del 2006, una polpetta di carne con solfiti le provocò uno choc anafilattico che la fece finire in stato vegetativo.

Per dieci anni è sopravvissuta alimentata e ventilata artificialmente, accanto a lei sempre la madre Gabriella ed il padre Luciano, professore di matematica che si è messo in pensione per poterla accudire.

Il 7 febbraio del 2006 Sara mangiò una polpetta di carne comprata da una sua collega di Università a Catania. Conteneva solfiti, tanti da provocarle un arresto cardiocircolatorio a seguito di uno shock anafilattico e da farla piombare in uno stato vegetativo dal quale non si è più svegliata.

“Mia figlia, in stato vegetativo da più di otto anni, a causa di solfiti, presenti in una polpetta di carne, ancora non ha avuto giustizia, scriveva il papà di Sara nel suo blog, nell’aprile 2014. Il macellaio, reo confesso prima è stato condannato a 6 anni (meno tre per l’indulto), a 200.000 euro di provvisionale e a 5 anni di interruzione del suo mestiere; poi, in appello, la pena precedente è stata considerata severa ed è stata portata a 4 anni (meno tre di indulto). In Cassazione cosa succederà? Finora il macellaio non ha pagato la sua colpa né con il denaro, né con la chiusura della macelleria, né con un solo giorno di carcere. La mia famiglia invece è stata condannata ad un “ergastolo” di infinite sofferenze”.

Come Peppino Englaro, padre di Eluana, il padre di Sara da anni si batte per l’autodeterminazione in materia sanitaria, sostenendo il Registro delle disposizioni anticipate di fine vita e il cosiddetto “testamento biologico” contro l’accanimento terapeutico. Allo stesso tempo ha sostenuto la nascita di strutture per pazienti in stato vegetativo e si è rivolto a papa Francesco, chiedendo di fare chiarezza nel mondo cattolico nel rispetto della volontà espresse per il trattamento di fine vita.