Torna il ponte sullo Stretto? Il governo smentisce: “Non vogliamo costruirlo”

Pubblicato il 30 Settembre 2012 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dietrofront con smentita sul Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo le indiscrezioni lanciate da Repubblica circa un interesse del governo a riavviare le procedure per la costosa opera, il portavoce del ministro dell’Ambiente Clini smentisce tutto, anche se solo in tarda serata.

Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi, ha spiegato Jacopo Giliberto, portavoce del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ”al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge”.

Domenica Repubblica scriveva che il meccanismo amministrativo per il Ponte si sarebbe rimesso in moto e potrebbe portare alla posa della prima pietra nel giro di pochi mesi. “Non c’è una scelta definitiva, io non lo considero tra le infrastrutture prioritarie”, disse il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera nel giugno scorso.

Dichiarazioni che arrivavano dopo due mosse cruciali volte a bloccare la mastodontica opera destinata ad unire Calabria e Sicilia. Alla fine di ottobre del 2011 il piano di investimenti della Commissione europea, che indica i trenta progetti prioritari fino al 2020, ignorò il mega-ponte. Il governo Monti non perse tempo e alla riunione del Cipe del 20 gennaio di quest’anno dispose il definanziamento per 1,6 miliardi del Ponte motivando la scelta proprio per l’assenza, dopo tanti anni, di un progetto definitivo.

Sembrava tutto finito, addio costi stratosferici (si parlava di 8,5 miliardi) ma secondo Repubblica il Ponte potrebbe tornare.

Fin dall’estate scorsa Pietro Ciucci, amministratore dell’Anas (società del Tesoro) e della Società Stretto di Messina, fondata negli anni Ottanta con il compito di progettare e realizzare l’opera, ha mosso all’attacco e ha annunciato un ricorso straordinario al Capo dello Stato (inviato nei giorni scorsi) in cui considera di fatto illegittimo il definanziamento del progetto operato dal Cipe nel gennaio scorso: sostanzialmente perché la società rimasta senza soldi non può rispettare la convenzione originaria firmata con Stato e che nessuno ha ancora abrogato. Aperta la falla, l’iter del Ponte è ricominciato. Il ministero dell’Ambiente ha riattivato, il 16 luglio scorso, la commissione per fornire il Ponte della Via, la cruciale valutazione di impatto ambientale. Inoltre, senza attendere il semaforo verde della Via (come avviene normalmente), nei giorni scorsi, il 27 settembre, il ministero per le Infrastrutture e Trasporti (retto da Corrado Passera) ha aperto la conferenza dei servizi, cioè l’organismo in grado di dare tutte le autorizzazioni necessarie sul progetto definitivo e far partire l’opera.

Poi, la smentita del governo.