Porto Recanati. Anna Maria Gandolfi morta per colpo al cranio: fermato ex marito

Pubblicato il 28 Marzo 2013 - 21:15| Aggiornato il 24 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

MACERATA – Una sola ferita mortale al cranio, provocata dalla spinta contro lo spigolo di un tavolino, o forse da una caduta o un urto contro una superficie diversa. Anna Maria Gandolfi, 57 anni, è morta così nella sua casa di Porto Recanati dopo un litigio con l’ex marito Amedeo Belli. L’uomo si è consegnato ai carabinieri due ore dopo il decesso della Gandolfi ed è in stato di fermo con l’accusa di omicidio preterintenzionale. 

Il perito nominato dal pm Cristina Polenzani, il medico legale Loredana Buscemi, farà un sopralluogo nell’abitazione della vittima per chiarire cosa possa aver provocato la larga ferita alla testa costatale la vita. Il corpo non presenterebbe altri segni di violenza esterna, salvo una lesione alla bocca. Il perito si è riservata poi di compiere approfondimenti su altre parti anatomiche prima di depositare le proprie conclusioni.

All‘autopsia hanno assistito due consulenti nominati dall’avvocato Paolo Giustozzi, difensore di Belli: Stefano e Franca Tombesi. I soccorritori avevano trovato Anna Maria Gandolfi ricomposta sul letto, con il cranio fracassato fasciato dal marito prima di uscire di casa per andare dal figlio e successivamente dai carabinieri.

Belli sostiene di aver spinto la moglie in uno scatto d’ira, esasperato da anni di tensioni e problemi: lei, così ha detto, avrebbe sbattuto la testa contro lo spigolo di un tavolo. Tutto poche ore prima che l’ufficiale giudiziario notificasse alla vittima lo sfratto esecutivo dall’alloggio in cui era rimasta a vivere dopo la separazione dal coniuge.