Potenza, Elisa “morta di complicanze”. Il chirurgo: “L’ha uccisa il primario”

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Settembre 2014 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA
Potenza, Elisa "morta di complicanze". Il chirurgo: "L'ha uccisa il primario"

Potenza, Elisa “morta di complicanze”. Il chirurgo: “L’ha uccisa il primario”

POTENZA – Elisa, 71 anni e una valvola aortica da sostituire. Era il maggio del 2013 quando la donna si sottopose al delicato intervento di cardiochirurgia affidandosi ai medici dell’ospedale San Carlo di Potenza. Ma qualcosa andò storto ed Elisa morì “di complicanze”, scrissero sulla sua cartella clinica. In realtà, secondo il racconto di uno dei chirurghi che la operò, Michele Cavone, a coprire l’errore che ha portato alla morte della donna, sarebbe stato il primario, Nicola Marraudino, intervenuto a correggere l’errore di un altro medico che in quella sala operatoria non sarebbe mai dovuto entrare, perché aveva appena smontato dal turno di notte.

A far trapelare lo scandaloso caso di malasanità è stato il sito Basilicata24 che pubblica una registrazione, la “confessione” del dottor Cavone che si sfoga con un collega il quale, non si sa bene per quale ragione, registra la conversazione, poi misteriosamente finita sulla scrivania della testata locale. In quell’audio poi rilanciato dal Fatto Quotidiano, guadagnandosi le prime pagine dei quotidiani nazionali, il medico “pentito” dice:

“Ho lasciato ammazzare deliberatamente una persona… sono responsabile della morte di quella persona… dovrei andare ad autodenunciarmi, però verrei licenziato… il primario ha amicizie, coperture politiche, io no”.

Ma non fu solo un caso di malasanità: dietro l’apparente rimorso del medico che oggi confessa l’insabbiamento, c’era in realtà una situazione satura di conflitti e gelosie professionali. Cosa accadde davvero in quella sala operatoria è raccontato su Basilica24: a cominciare l’intervento fu proprio il dottor Matteo Galatti che, secondo le fonti della testata locale, non avrebbe dovuto essere lì dopo il turno di notte. Sul verbale operatorio però il nome del dottor Galatti non risulta.

Secondo il racconto del dottor Cavone, Galatti commise un errore, provocando la rottura della vena cava della paziente. A quel punto viene chiamato il primario, il dottor Marraudino che decide di optare per un “clampaggio“, un morsetto chirurgico che dovrebbe bloccare l’emorragia. Ma il clampaggio totale se protratto oltre alcuni minuti causa la morte cerebrale del paziente. Marraudino pero, sempre secondo il racconto del chirurgo, sceglie di proseguire con la sostituzione della valvola come se nulla fosse. La scelta serve a “coprire” l’errore soprattutto davanti ai familiari, imputando poi la morte ormai certa della paziente a banali complicazioni post operatorie che rappresentano un rischio in ogni intervento chirurgico del genere. 

Nel dialogo registrato dal collega, Cavone ricostruisce il ragionamento che secondo lui avrebbe fatto il primario: “Gli faccio l’intervento e poi diciamo che è morta per una complicanza»”. Ma per una cosa così “se ne va in galera… Io lo tengo per i coglioni e lui lo sa, e per questo mi odia”.

La Procura della Repubblica di Potenza ha aperto un fascicolo d’indagine a febbraio 2014. Ma l’ospedale ha attivato un’inchiesta interna soltanto ora, spinto dal clamore mediatico suscitato dalla registrazione audio. L’interlocutore di Cavone sarebbe Faustino Saponara, pure lui cardiochirurgo ma non partecipò all’intervento. Entrambi sono stati sospesi, insieme al primario e altri due cardiochirurghi, l’anestesista e l’infermiere di sala operatoria.