Prima di compiere rapine chiedevano alla cartomante. Catturata banda ligure

Pubblicato il 24 Aprile 2012 - 19:58 OLTRE 6 MESI FA

SAVONA – Prima di compiere le rapine si consultavano con una cartomante. Precisamente una cartomante della Langhe, ritenuta ''piu' attendibile''. In base al suo responso, sapevano se potevano o meno andare a colpo sicuro.

A lei parlavano genericamente di 'affari in ballo'. E, assecondandola, gli 'affari andavano bene'. Senonche' l'ultima volta hanno preferito entrare in azione senza farsi consigliare dalle carte. E il destino, beffardo, si e' vendicato: il colpo e' fallito e loro, una banda di quattro rapinatori specializzati in gioiellerie e banche di Liguria, Piemonte e Emilia Romagna, pochi mesi dopo sono stati presi.

Sono questi i contorni dell'operazione 'Skorpion' dei carabinieri di Savona, che dopo mesi di indagini sono riusciti a risalire e ad arrestare la ''banda delle banche''. Gli uomini del reparto operativo provinciale hanno arrestato Antonio e Vincenzo Palumbo, padre e figlio, di 53 e 32 anni, originari di Torre del Greco (Napoli), e due insospettabili, Simona Righetto, 37 anni, e Claudio Delli Castelli, di 45 anni, agenti immobiliari di Bra' (Cuneo).

Sono accusati di essere i basisti, quelli che in nome e per conto dei Palumbo andavano a ''visionare'' la situazione per la successiva rapina. Ma padre e figlio agivano sempre da soli. Consultando preventivamente la cartomante. Secondo quanto e' stato possibile ricostruire dai militari di Savona, sono state undici le rapine messe a segno, che avrebbero fruttato complessivamente 550 mila euro tra contanti e gioielli.

In Liguria la banda aveva assaltato la Banca Popolare di Novara ad Arma di Taggia e a Ospedaletti, in provincia di Imperia; la Banca Carige a Savona e a Ventimiglia. In Piemonte ancora la Banca Popolare di Novara, a Ceva e a Savigliano, in provincia di Cuneo. In Emilia rapinate la Cariparma di Fiorano Modenese (2 volte), quella di Cavola e Sassuolo, la Cassa di Risparmio di Bologna a Fiorano Modenese.

Durante il loro intervento i carabinieri hanno sequestrato una mitraglietta Skorpion (che ha dato il nome all'operazione), due pistole Berretta (una 92 e una 98) e materiale che serviva ai banditi per alterare i loro tratti somatici per non essere riconosciuti. Nella fattispecie i Palumbo usavano dell'ovatta, che si mettevano in bocca e nel naso, mentre per immobilizzare le vittime utilizzavano del nastro e delle fascette da elettricisti. I carabinieri sono risaliti a loro dopo cinque mesi di indagini. Padre e figlio erano latitanti: dovevano scontare 4 anni ciascuno per rapine compiute in precedenza rispetto a quelle che gli sono state contestate.