Ragusa, maestre “minacciavano bimbi all’asilo”: a processo

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Giugno 2017 - 08:21 OLTRE 6 MESI FA
Ragusa, maestre "minacciavano bimbi all'asilo": a processo

Ragusa, maestre “minacciavano bimbi all’asilo”: a processo (Foto d’archivio)

RAGUSA –  Sono state rinviate a giudizio per maltrattamenti due maestre di un un asilo della provincia di Ragusa. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni effettuate durante le indagini della polizia nel giugno del 2016, le due donne minacciavano uno dei bambini della classe dicendogli: “Alzati, ti do tanti di quegli schiaffoni! Sei un bambino insopportabile! E’ un incubo…”. A un piccolo che chiedeva di potere andare in bagno la maestra rispondeva: “a casa tua la fai la cacca: ti do all’orco, lo chiamo… così se lo mangia e ce lo toglie dai piedi..”. Nelle stesse intercettazioni si sente l’altra maestra dire ad un bambino: “Se piangi ancora ti lascio solo, non lo fare più, non ti azzardare…”.

Le indagini hanno avuto inizio nel giugno 2016 in seguito alle preoccupazioni e successive segnalazioni di alcuni genitori che non riuscivano a comprendere perché i loro bimbi non volessero più andare all’asilo.

Inizialmente i genitori avevano segnalato questo malessere al preside ma, nonostante l’impegno del dirigente, non avevano ottenuto alcuna risposta positiva considerato che le due donne continuavano ad esercitare la loro attività in quelle classi. Per questo alcuni genitori hanno iscritto i loro figli in altre scuole.

Le indagini avviate dalla Squadra mobile di Ragusa immediatamente dopo le prime segnalazioni e coordinate dalla Procura di Ragusa sono state particolarmente delicate e sono state portate a termine a novembre scorso, con intercettazioni video e audio nell’aula.

La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata dai pubblici ministeri per “maltrattamento degli alunni, a loro affidati per ragioni di istruzione ed educazione”, fatti commessi con “rimproveri aspri, ingiurie e umiliazioni, alimentando in tal modo un clima di permanente intimidazione, il tutto aggravato dal fatto di aver abusato dei poteri ed in violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione”. Elementi che hanno portato al processo, ma non sufficienti, in prima istanza per il giudice per le indagini preliminari a emettere una misura cautelare, come chiesto dai pm, ritenendo “non sussistente l’abitualità del reato”.

I difensori delle imputate, dopo il rinvio a giudizio, hanno fatto notare che nel provvedimento del gip, con il quale si respingeva la richiesta di misura cautelare, si evidenziava che “non erano emersi dalle indagini elementi tali da far presumere comportamenti violenti, minacciosi o vessatori nei confronti degli alunni né che tali comportamenti abbiano avuto una gravità tale da cagionare sofferenze psichiche e fisiche agli alunni”. La prima udienza del dibattimento si terrà il 5 marzo 2018.