Raoul Bova a processo per evasione: deve al Fisco 680mila euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2015 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
Raoul Bova a processo per evasione: deve al Fisco 680mila euro

Raoul Bova a processo per evasione: deve al Fisco 680mila euro (foto Ansa)

ROMA – Raoul Bova è stato rinviato a giudizio per un’evasione fiscale da 680mila euro. Lo ha deciso il gup di Roma che ha disposto il processo per l’attore, la sorella Daniela e la sua ex moglie e procuratrice Chiara Giordano. Prima udienza il 21 settembre del 2016 davanti al giudice monocratico. Tra l’altro, a causa degli interessi, adesso la cifra da restituire dovrebbe essere arrivata a un milione di euro.

La Procura di Roma, scrive l’Ansa, contesta ai tre il reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici: secondo l’accusa avrebbero procurato tra il 2006 e il 2010 sgravi fiscali trasferendo alcuni costi alla società che gestisce l’immagine di Bova, la Sammarco, e sfruttando così un sistema che avrebbe permesso di pagare un’aliquota Iva più bassa del dovuto.

“Sono sbalordito dalla decisione di questo giudice – ha detto il difensore dell’attore, l’avvocato Giuseppe Rossodivita – Sono state disattese le affermazioni del tribunale del riesame e della Cassazione. Il collegio dei giudici della libertà, ha scritto che manca il fumus e non c’è alcun reato. Adesso faremo il processo e lo dimostreremo in aula”.

Giulio De Santis ricostruisce la vicenda sul Corriere della Sera:

“Secondo la ricostruzione della procura, Bova, la moglie e la sorella, con lo scopo di eludere il fisco, avrebbe simulato l’esistenza del diritto a ottenere alcuni sgravi in modo da trasferire altrettanti costi alla società (a gestione familiare) che gestisce la sua immagine, la Sammarco srl, per innescare un gioco finanziario finalizzato al pagamento di un’aliquota Iva più bassa. Il meccanismo avrebbe previsto anche la simulazione della cessione di alcuni diritti sui film di Bova effettuato dalla Sammarco, come ha sostenuto lo scorso giugno il gip Costantino Robbio disponendo il sequestro di una parte delle somme dovute dai tre imputati.

La documentazione portata da Raoul, Daniela Bova e la Giordano per smentire il quadro accusatorio non è stata, finora, sufficiente a evitare il processo. Tra l’altro, secondo il pm Cirielli, fra il 2005 e il 2010, i tre imputati, applicando l’aliquota più bassa nelle dichiarazioni al fisco inerenti la Sammarco, avrebbero provocato un passivo nei conti aziendali che non corrisponderebbe alla realtà. A questa conclusione sono giunte le verifiche degli inquirenti che hanno stabilito come il passivo sia stato soltanto una simulazione e di conseguenza i bilanci della Sammarco dovrebbero ritenersi sani”.