Renato Vallanzasca a processo per il furto all’Esselunga: “Mi hanno incastrato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Luglio 2014 - 22:31 OLTRE 6 MESI FA
Renato Vallanzasca a processo per il furto all'Esselunga: "Mi hanno incastrato"

Renato Vallanzasca (Foto Ansa)

MILANO – “Mi hanno incastrato”. Perché “se fosse vero, sarei da manicomio”. Così si è difeso Renato Vallanzasca al processo per il presunto furto messo a segno il 13 giugno scorso all’Esselunga di viale Umbria, a Milano. Grida al complotto l’ex bandito, che ora rischia il beneficio del lavoro part – time fuori dal carcere: è accusato di aver rubato due paia di mutande e altri oggetti di poco valore.

Vallanzasca ha reso dichiarazioni spontanee spiegando cosa è successo, a suo dire, quel pomeriggio, verso le 18,45 nel supermercato e premettendo che “io quelle cose non le ho rubate”. Mentre era al supermarket per comprare del cibo per la cena, si è avvicinato a lui un giovane che lo “chiamava zio Renato”. L’imputato ha precisato di non aver mai incontrato prima il sedicente fan che gli ha detto di conoscere anche la sua  ex moglie.

Il ragazzo, secondo il racconto di Vallanzasca, si sarebbe offerto di portargli la borsa e, solo arrivato alla cassa e fermato da un addetto alla sorveglianza, si sarebbe accorto che “quelle robe”, tra cui anche delle cesoie e del concime per le piante, “erano state messe nella mia borsa”.

“Perché mi è stata fatta una cosa del genere non lo so, io so soltanto che entro Natale avrei dovuto discutere della mia liberazione condizionale e potevo tornare libero”, ha osservato.

Dopo l’arresto per l’accusa di rapina impropria, il Tribunale di Sorveglianza di Milano gli ha sospeso il regime di semilibertà che gli era stato concesso nell’autunno del 2013. Per giovedì prossimo, 10 luglio, è fissata un’udienza alla Sorveglianza e i magistrati dovranno decidere se revocare o meno la semilibertà.

“Tutti i miei sforzi – si è lamentato Vallanzasca – sono stati vanificati da un cretino, da un pazzo, forse un malato di malavita. Chiedo di poter vedere Vallanzasca che ruba davanti alle telecamere e nel supermercato sotto casa sua. Se fosse vero, sarei da manicomio”.

Ma, come più volte argomentato dal suo avvocato, Debora Piazza, la refurtiva non è mai stata sequestrata dai carabinieri e le immagini delle telecamere non sono più disponibili.

“Le uniche due cose –  ha concluso – che mi avrebbero permesso di far quadrare i miei conti con la giustizia non ci sono più”.

Nella prossima udienza, davanti al giudice Ilaria Simi De Burgis, verranno ascoltati alcuni testi citati dal pm di Milano Angelo Renna. Vallanzasca si è detto disponibile anche a sottoporsi all’interrogatorio.