Rignano Flaminio: rinviati a giudizio tutti gli imputati

Pubblicato il 12 Febbraio 2010 - 15:24 OLTRE 6 MESI FA

Il gup di Tivoli, Pierluigi Balestrieri, ha disposto il rinvio a giudizio dei cinque imputati, accusati di essere i responsabili dei presunti abusi sessuali compiuti su almeno ventuno bambini dell’asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio. Lo rende noto l’Ansa.

A processo andranno le tre maestre Patrizia Del Meglio, Annalisa Pucci e Silvana Magalotti. Rinviati a giudizio anche la bidella Cristina Lunerti e l’autore tv, marito della Del Meglio, Gianfranco Scancarello. Il processo inizierà il 27 maggio.

I fatti contestati che hanno destato polemiche e sconvolto il paesino alle porte di Roma sarebbero avvenuti durante l’anno scolastico 2005-2006. Il pubblico ministero Marco Mansi ha chiesto il processo per le accuse, a vario titolo e a seconda delle posizioni, di sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo, violenze sessuali su minore di anni 10 e atti osceni in luogo pubblico.

L’udienza di questa mattina si era aperta con l’intervento dell’avvocato Franco Coppi, difensore della maestra Patrizia del Meglio e del marito, l’autore tv Gianfranco Scancarello, che ha ribadito «la fragilità dell’impianto accusatorio».

Nel corso dell’ultima udienza, avvenuta venerdì scorso, l’altro avvocato di Scancarello e Del Meglio, Roberto Borgogno ha affermato che in questa vicenda c’è stato «un effetto a catena, una devastazione nata da un sentito dire, da un quasi nulla».

Le tappe della vicenda. Dopo il carcere, che era stato disposto il 24 aprile del 2007, passati appena pochi giorni dai fatti, il 10 maggio 2007 il tribunale del riesame annullò gli ordini di custodia cautelare con un provvedimento che demolì le ipotesi dell’accusa. «Indizi insufficienti e anche contraddittori», scrissero i magistrati. Un giudizio duro, poi confermato in Cassazione. E la Suprema corte aggiunse che i bimbi potrebbero essere stati manipolati dai propri genitori. «Interrogati con domande inducenti» osservarono gli ermellini, i piccoli «tendono a conformarsi alle aspettative dell’interlocutore». Dopo le scarcerazioni la Procura inizia a cercare nuovi indizi attraverso l’incidente probatorio disposto dal gip Elvira Tamburelli.

Nelle udienze, che si protraggono per mesi, oltre venti bimbi, tra i 4 e i 6 anni, raccontano del «gioco della patatina»; della «bua ai bambini», delle «cose brutte» che avvenivano in un «castello cattivissimo». Insomma «c’era una strega che si chiamava Patrizia, stava in un castello. Il castello era nero e ci andavamo con la macchina. La macchina era di Marisa, un’altra strega».

Un maschietto: «Le bidelle Cristina e Patrizia facevano i giochi brutti, bruttissimi; mi picchiavano, mi facevano le punture sul pisellino e sul sedere, facevano il gioco della sedia». Le accuse sono di fatto basate sugli elementi emersi da questi racconti. Gli unici su cui gli inquirenti possono contare, perché le analisi del dna effettuate sugli oggetti sequestrati nelle case delle maestre hanno dato esito negativo. La individuazione di un casale e la descrizione di una stanza dove si sarebbero svolti alcuni incontri, sono un ulteriore tassello del quadro.