Rigopiano: ricerche con tracce cellulari, stessa tecnica per trovare latitanti

Pubblicato il 22 Gennaio 2017 - 05:20 OLTRE 6 MESI FA
Rigopiano: ricerche con tracce cellulari, stessa tecnica per trovare latitanti

Rigopiano: ricerche con tracce cellulari, stessa tecnica per trovare latitanti

PESCARA – Nella corsa contro il tempo per salvare le persone intrappolate dalla slavina nell’Hotel Rigopiano a Farindola hanno giocato un ruolo chiave anche le sofisticate tecnologie in uso alla Polizia Scientifica e alla Guardia di Finanza. Le apparecchiature utilizzate per localizzare i cellulari sono le stesse che vengono impiegate per dare la caccia ai latitanti mafiosi.

“Si tratta del sistema Imsi Catcher che permette la localizzazione di terminali radiomobili in tecnologia 2G, 3G e LTE-4G – spiega all’ANSA Fabio Di Venosa, operatore del settore -. Si frappone fra il segnale che emette un ripetitore e il cellulare stesso, determina dove si trova il telefono e segue il suo movimento. Lo strumento è un sistema integrato trasportabile ed alimentabile anche autonomamente che serve per monitorare e localizzare i terminali radiomobili, quindi non solo smartphone”.

L’apparecchio può essere di varie dimensioni, avere il formato di una valigetta o essere posizionato all’interno di un furgone, tecnica in particolare usata con i latitanti mafiosi. “Ci si avvicina sotto la stessa cella, si aggancia una persona e quando si muove si può eseguire”, aggiunge l’esperto. Nel caso specifico la strumentazione utilizzata dalla Polizia scientifica è stata posizionata nella mansarda dell’albergo per catturare i segnali provenienti da una lista di undici cellulari forniti dalla squadra mobile di Pescara e appartenenti ai dispersi. Analogo intervento è stato compiuto dalle Fiamme gialle.

“Questo è uno strumento di bonifica che si usa per rilevare cellulari, solitamente viene usato da chi fa indagini pesanti di mafia – ribadisce l’esperto -. E’ stato bravo chi ha pensato di usarlo in questa situazione, posizionandolo nel punto più alto, per coprire tutto quello che poteva essere tracciato. Dipende molto dalla potenza dello strumento, ma la percentuale di precisione può andare dai due ai quattro metri”, conclude Di Venosa. Le strumentazioni, nonostante il buio, il freddo e la neve, hanno consentito di individuare il punto preciso in cui scavare, dando così una traccia preziosa ai soccorsi.