Basilicata, numeri a penna su scontrini presi da terra. Indagati 40

Pubblicato il 26 Aprile 2013 - 12:22| Aggiornato il 17 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Prendi da terra lo scontrino di un ristorante, un conto da 62 euro, per esempio. Aggiungi a penna davanti a quel numero un “1”, ed ecco che la ricevuta si trasforma in 162 euro. Una somma più che raddoppiata che ti torna in tasca sotto forma di rimborso. Prendi poi, per esempio, la ricevuta dei francobolli rilasciata dal tabaccaio. Basta farne delle copie ed ecco che i rimborsi per il solo acquisto di francobolli lievitano a 3.840 in un anno e mezzo. Ipotesi, ricostruzioni dei magistrati che indagano sulle spese alla Regione Basilicata. Accuse da dimostrare, per ora c’è un’inchiesta avviata, due consiglieri e un assessore arrestati, il presidente Pd Vito De Filippo dimesso.

I pm di Potenza Sergio Marotta e Francesco Basentini indagano su 40 persone – 37 uomini politici, fra cui appunto i presidenti della giunta e del consiglio regionale. Fra le posizioni da chiarire vi sono anche quelle dei sei assessori di centrosinistra nominati due giorni fa.

Ma il quadro, anche se allo stato si parla di accuse, è definito dagli stessi inquirenti “imbarazzante”. Imbarazzante, come imbarazzante può essere il consigliere che a fronte di uno stipendio di migliaia di euro raccatta scontrini di altri clienti in Autogrill per aumentare la propria quota rimborsi. E così la Regione ha rimborsato pranzi “con sconto camionisti“. Imbarazzante il trucco dei francobolli, spiegato agli inquirenti dai tabaccai stessi: “Rilevo stranamente dall’esame dei documenti che la firma sulle ricevute non è del tutto leggibile mentre risulta perfettamente leggibile la data e l’importo dei francobolli acquistati per cui potrebbe trattarsi di fotocopie di altra ricevuta compilata successivamente”.

Imbarazzante il trucco delle ricevute del ristorante. Nell’inchiesta figurano ricevute per 7.321 euro “non genuine ovvero fittizie” rilasciate dal ristorante “La Locanda”. Qualche esempio. Una ricevute da 62 euro si trasforma in 162, 23 in 230, 21 in 121, 86 in 386, 50 in 350. Spiega il giudice per le indagini preliminari Luigi Spina: “L’esame dei rendiconti e della documentazione giustificativa di spesa presentata dai singoli consiglieri o assessori, ha fatto emergere uno scenario di diffusa illegalità. Tale situazione è stata indiscutibilmente favorita dalla mancanza di controlli, definiti facoltativi”. Parla di “scenario desolante e imbarazzante” e di “tracotante convinzione di immunità”, di “livelli eticamente imbarazzanti”.

La posizione del presidente della giunta, Vito De Filippo (Pd), riguarda spese per francobolli; quella del presidente del consiglio, Vincenzo Santochirico (Pd), è riferita all’acquisto di giornali. I neoassessori coinvolti (due riconfermati, altri quattro nuovi) sono Attilio Martorano, Marcello Pittella, Nicola Benedetto, Luca Braia, Roberto Falotico ed Enrico Mazzeo Cicchetti, tutti di centrosinistra. Gli altri uomini politici sono consiglieri in carica ed ex consiglieri e assessori, di tutti gli schieramenti: Antonio Autilio, Paolo Castelluccio, Giuseppe D’Alessandro, Prospero De Franchi, Pasquale Di Lorenzo, Antonio Di Sanza, Gaetano Fierro, Antonio Flovilla, Innocenzo Loguercio, Agatino Mancusi, Rosa Mastrosimone, Franco Mattia, Vilma Mazzocco, Franco Mollica, Michele Napoli, Giacomo Nardiello, Nicola Pagliuca, Mariano Pici, Antonio Potenza, Erminio Restaino, Pasquale Robortella, Vincenzo Ruggiero, Donato Salvatore, Luigi Scaglione, Alessandro Singetta, Gennaro Straziuso, Mario Venezia, Rocco Vita, Vincenzo Viti. Tre altre persone non sono uomini politici: uno e’ un commercialista legato ad un assessore anche da rapporti di parentela e due sono titolari di ristoranti che hanno emesso ricevute presentate per i rimborsi.