Rimini, il branco aveva già tentato un altro stupro: identificati 15 sospettati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2017 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
Rimini, il branco aveva già tentato un altro stupro: identificati 15 sospettati

Rimini, il branco aveva già tentato un altro stupro: identificati 15 sospettati

RIMINI – Il branco di 4 nordafricani autori degli stupri a Rimini aveva già tentanto un assalto. Una coppia di turisti di Varese il 12 agosto hanno segnalato di essere stati rapinati e minacciati da quattro uomini, che hanno tentato di inseguire la donna. La coppia è sfuggita al tentato stupro e ora anche il loro fascicolo, insieme a quello della violenza alla turista polacca di 26 anni e alla transessuale peruviana, stringe il cerchio delle indagini. La polizia intanto ha identificato 15 sospettati, tutti nordafricani e in prevalenza tunisini e algerini, per trovare i 4 aggressori incrociando le testimonianze e le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che mostrano uomini dall’aspetto non trasandato e che hanno cercato di travisare il loro volto con cappucci e berretti.

Il branco aveva già colpito. Prima di violentare la turista polacca, di aggredire e rapinare l’amico e poi stuprare una prostituta transessuale peruviana, sempre in quattro avevano aggredito in strada a Miramare una coppia di turisti di Varese. Presumibilmente sempre gli stessi quattro, si ritiene di origine magrebina, la notte del 12 agosto scorso, in via Vienna a Miramare, hanno avvicinato la coppia, lei 30 anni, lui 32, minacciandola con il collo di una bottiglia rotta, e si sono fatti consegnare il portafogli. Poi hanno tentato di inseguire la donna, di prenderla come poi avrebbero fatto con la polacca e la peruviana. Ma la coppia era scappata e all’indomani aveva sporto denuncia ai carabinieri di Miramare. Ora la segnalazione è stata inserita nel fascicolo d’indagine sul doppio stupro, perché per modalità e luogo dove si è consumata quella rapina ha molte cose in comune con l’aggressione in spiaggia.

“Abbiamo una pista, sono fiducioso, la polizia sta lavorando bene, credo si possa arrivare ad una soluzione in tempi brevi”. Non dà nulla per scontato il capo della Procura di Rimini, Paolo Giovagnoli, perché queste sono ore decisive per la caccia ai quattro. La polizia la notte dopo lo stupro in spiaggia e la violenza sulla prostituta transessuale ha setacciato locali, stabili abbandonati e luoghi dello spaccio forte dell’idea che i quattro ragazzi, probabilmente sotto i 30 anni, che sono stati descritti vestiti bene con felpe, cappellini e bermuda, possano aver usato sostanze stupefacenti e alcol. Intanto oggi all’ospedale ‘Infermi’ di Rimini, dove sono ricoverati i due turisti polacchi sono arrivati dal Paese dell’Est europeo i familiari, la mamma del ragazzo e il fratello della ragazza.

Andrea Pasqualetto sul quotidiano Il Corriere della Sera scrive che al momento i sospettati sono 15, ma non ci sono ancora indagati:

“Per ora si procede a un approfondimento investigativo. A questi nomi gli uomini della Squadra Mobile di Rimini sono arrivati incrociando testimonianze e immagini delle telecamere di videosorveglianza, una decina, che riprendono i quattro prima e dopo la violenza e lo stupro della coppia di amici polacchi, nella notte fra venerdì e sabato scorsi. Nei fotogrammi si vedono giovani di pelle olivastra, due con il cappuccio della felpa in testa e dunque meno riconoscibili. L’aspetto non è trasandato. Anzi, il video più nitido inquadra delle persone in apparenza curate. Le immagini sono state catturate da una telecamera posizionata sulla strada percorsa a piedi dalla banda dopo l’aggressione al Bagno 130, teatro dello stupro della ventiseienne polacca, verso la Statale adriatica, dove gli stessi malviventi hanno violentato e rapinato la trans peruviana. «Sì, sono loro», hanno confermato le vittime”.

Le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza saranno poi incrociate con le testimonianze:

“C’è qualcuno che ha incrociato il gruppo degli aggressori quella notte intorno alle 4. Sono due persone, due testimoni le cui deposizioni sono state messe in cima al fascicolo aperto dalla Procura di Rimini per violenza sessuale e rapina. Dai dati fin qui raccolti, l’ipotesi degli inquirenti è che non si tratti di sprovveduti, né di sbandati, ma di persone che comunque fanno uso di sostanze stupefacenti e per procurarsele le spacciano. Quella sera probabilmente avevano assunto una droga da sciogliere in acqua. Un’altra ipotesi della squadra investigativa è che non siano dei senzatetto ma che vivano stabilmente in Riviera e frequentino i locali di Rimini Sud.

L’indagine tradizionale è stata implementata da quella tecnica e scientifica, della quale si stanno occupando anche gli esperti dello Sco, il Servizio centrale operativo della polizia, che stanno analizzando i flussi telefonici nella zona delle violenze, a quell’ora della notte. L’obiettivo è scovare una compatibilità dei cellulari dei sospettati con le celle telefoniche dell’area di Miramare. Mentre i carabinieri di Rimini hanno fatto sapere che nella stessa zona, vicino a una discoteca, la notte del 12 agosto è stata commessa anche un’altra rapina con molestie sessuali da parte di giovani magrebini ai danni di una coppia di turisti trentenni di Varese, che sono riusciti a scappare e hanno sporto denuncia. «Stiamo verificando se i responsabili possano essere le stesse persone», dicono in Questura”.