Roberto Luciano, studente di 28 anni, indagato per l’incidente mortale a Milano

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 22 Ottobre 2013 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Luciano, studente di 28 anni, indagato per l'incidente mortale a MilanoROMA – Uscire di casa, salire sull’auto per andare a prendere la propria ragazza, fare la stessa strada fatta mille volte, e in quella strada, alle 7 di sera di una domenica di ottobre, travolgere e uccidere una donna incinta e il suo bambino di 4 anni. E ritrovarsi indagato per omicidio plurimo colposo. E’ successo a Roberto Luciano. E Magda Niazy Sehsah, vittima dell’ennesimo incidente stradale fatale.  Ma domani, o questa sera, potrebbe succedere a chiunque. Colpa di lui che guidava? Colpa di lei che non aveva preso il sottopasso ma aveva attraversato direttamente sulla strada, viale Famagosta a Milano, una strada non da poco, senza strisce pedonali?

Le responsabilità le stabilirà il tribunale. E in questo caso si presume che la sentenza verrà rispettata senza polemiche. Roberto non siede in Parlamento. Roberto è un ragazzo di 28 anni, studente universitario di Scienze biologiche, ad un passo dalla laurea anche se un po’ fuori corso. Ma quello in Italia più che una colpa è la normalità. Lavora anche in un laboratorio clinico, racconta Giacomo Valtolina del Corriere della Sera che l’ha incontrato. Gioca a basket in una squadra che ha appena festeggiato l’approdo in serie C.

Un ragazzo come tanti, verrebbe da dire. A cui è capitato quello che a tanti può capitare. Lo sanno bene i familiari delle vittime della strada. Si esce un giorno e non si torna più. Non perché ci sia una guerra, non perché ci si sia ammalati. Ma perché un’auto a 50 km all’ora (e vogliamo vedere quante auto in città superano questa velocità?) può uccidere. Lo sa Orabi Emad Gadalla Ghaly, cuoco egiziano di 35 anni, che adesso si ritrova senza la moglie e senza i figli, uccisi nell’incidente. Ma anche lui potrebbe chiamarsi Roberto. O Magda. E un giorno uscire e non tornare più a casa. O ammazzare qualcuno senza volerlo, a bordo della propria auto, una domenica qualunque, sulla strada fatta mille volte.