Italia: 20 indagati per legami con jihad. Mappa terroristi: maggioranza a Nord

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2015 - 16:46| Aggiornato il 14 Gennaio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Roma: 10 indagati per terrorismo. Ma la Ue: "Non possiamo prevenire attacchi"

Amedy Coulibaly e la compagna Hayat Boumeddienee

ROMA –  Circa 20 sospetti. Di religione islamica. In Italia. La Procura di Roma ha aperto un’indagine su alcuni stranieri di fede islamica residenti in Italia sospettati di avere legami con la Jihad. Sarebbero una decina le persone iscritte nel registro degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Inoltre il Copasir ha stilato una mappa dei terroristi che vivono (o che provengono) dall’Italia: la maggior parte si trova al Nord.

L’inchiesta della Procura di Roma su una decina di islamici sospettati di terrorismo è partita dal monitoraggio di internet. L’attività di osservazione ha riguardato conversazioni via web tra i soggetti interessati ed i loro accessi a siti integralisti ed estremisti. Secondo quanto si apprende i dieci non comporrebbero una cellula ma sarebbero considerati “cani sciolti”.

Una notizia, quella dell’indagine di Roma, che arriva nel giorno in cui la Francia e Israele seppelliscono i morti delle stragi degli ultimi giorni. E in cui dall’Unione Europea arriva un messaggio sconfortante:

“Non possiamo prevenire nuovi attacchi”, ha detto il capo dell’antiterrorismo europeo, Gilles de Kechove, aggiungendo che le prigioni “sono incubatori di una massiccia radicalizzazione” . Secondo Rob Wainwright, il direttore di Europol, l’Europa ha di fronte ”la più grave minaccia terroristica dall’11 settembre”.

Sara Menafra e Valentina Errante sul Messaggero tracciano un profilo dei cosiddetti foreign fighters partiti dall’Italia:

il Copasir ha ascoltato il sottosegretario con delega all’intelligence Marco Minniti, che al comitato parlamentare di controllo ha consegnato l’elenco dettagliato dei 53 foreign fighters partiti dall’Italia, dei quali aveva parlato anche il ministro degli interni Angelino Alfano. Il documento evidenzia come i guerriglieri provenienti dall’Italia siano distribuiti sul territorio nazionale, in particolare al nord (vengono da Torino, Modena, Comiso, Mantova, Milano, Como, Cantù, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Biella) e abbiano un’età compresa tra i 19 e i 42 anni. Sono quattro le tipologie di foreign fighters: quelli, di cittadinanza italiana o no, che con certezza hanno raggiunto la Siria per partecipare alla jihad; i membri di gruppi radicali, che hanno lasciato il Paese diretti in luoghi limitrofi alle zone in cui si combatte e poi sono rientrati; quelli provenienti da altri paesi e imbarcatisi dall’Italia verso Est e, viceversa, quelli rientrati attraverso l’Italia e ora in Europa, le cui identità sono state segnalate alle autorità competenti.

Intanto, però, qualcosa si muove. Con un primo arresto legato agli attentati di Parigi. Fritz-Joly Joachim, 29 anni, francese di origine tahitiana, è stato fermato il primo gennaio scorso in Bulgaria mentre cercava di attraversare il confine con la Turchia insieme al figlio di 3 anni.

Joachin sarebbe stato più volte in contatto con Chérif,uno dei due fratelli Kouachi, autori della strage alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi. Secondo la Procura di Sofia, Joachin avrebbe partecipato “ad un gruppo criminale armato il cui obiettivo era l’organizzazione di atti terroristi”.

Il giovane francese avrebbe programmato tempo fa di trasferirsi in Siria insieme al figlio, da educare secondol’Islam radicale.