Roma, intercettazioni al canile: “Possiamo sopprimerlo, uno di meno”

Pubblicato il 11 Febbraio 2013 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Prima era un tam tam sulla rete , ora ci sono alcuni brandelli di intercettazioni: “Dobbiamo sopprimerli”. “È pronta la siringa?”. “Ogni cane morto è uno di meno…”. E’ con queste conversazioni che la procura si è interessata del canile Parrelli di Roma, sulla via Prenestina. Non è la prima volta che le forze dell’ordine si interessano alla struttura, la proprietaria Pina Parrelli finora è sempre uscita pulita. Stavolta però ci sono le intercettazioni tra la proprietaria e la sua assistente Cristina.

“Lo metti nel corridoio?”. “Sì”. “Il piccoletto, il maschietto… c’ha il microchip? No? Possiamo sopprimerlo! È uno di meno…”, e l’assistente continua a dire: “Sì”, e nell’ultimo spezzone bisbiglia: “C’ho la siringa, tutto pronto…”.

La storia del canile la ricorda il Corriere della Sera:

Nel rifugio fondato 50 anni fa dal veterinario Giuseppe Parrelli e gestito dalla vedova Pina, la polizia nel 1994 trovò 90 cani e gatti nella cella frigorifera. «Sono stati uccisi e congelati», fu l’accusa poi rientrata. In seguito si parlò di cuccioli bruciati. Oppure ospitati in attesa di essere spediti in laboratori del Nord Europa. O usati come cavie. Il «Parrelli» divide, eccita gli animi. Il Comune, nei periodici sopralluoghi, giura però che è tutto in regola. No, la Pina è il diavolo, ribatte il tamtam sul web.

Lei in una recente intervista si difendeva così:

«Ho avuto molti processi, ma sono stata sempre assolta. La mia storia insegna che salvare un animale è la cosa più importante, anche a costo di subire ingiustizie»