Denuncia cartelloni abusivi: paradosso del blogger condannato per istigazione

Pubblicato il 11 Gennaio 2013 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA
Roma, denuncia cartelloni abusivi: blogger condannato per istigazione

ROMA – Massimiliano Tonelli, fondatore del blog Cartellopoli, è stato condannato a 9 mesi di reclusione e 20 mila euro di risarcimento per aver pubblicato le foto di un cittadino intervenuto sul tema delle affissioni abusive. L’accusa è per istigazione a delinquere. Il lettore aveva postato sul suo blog alcune foto mentre era intento a smontare dei cartelloni a suo avviso irregolari. Ma la D.D.N. Srl, la ditta concessionaria degli impianti pubblicitari sabotati, si è rivolta al giudice chiedendo il sequestro del blog ritenuto responsabile dei danni subiti.

La vicenda risale al dicembre 2010: il blog fu sequestrato e dopo poco dissequestrato. Ma le indagini andarono avanti fino a risalire a Tonelli, accusato di istigazione. Il processo di primo grado si è concluso ieri a piazzale Clodio con una condanna. La decisione del giudice ha colto tutti di sorpresa. Tonelli compreso. “Poco prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio – racconta – lo stesso pm aveva infatti chiesto l’assoluzione piena”

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, il coordinatore di Cartellopoli ha già annunciato il ricorso in appello.

Difficile trovare un senso alla decisione dei giudici: “Com’è possibile – si chiede Tonelli – che un Tribunale si rifiuti di indagare sui responsabili di questo fenomeno e decida invece di condannare un privato cittadino, per di più incensurato, colpevole solo di aver aperto un blog di denuncia nei confronti della mafia dei cartelloni abusivi? Com’è possibile non vedere che l’unica vera istigazione a delinquere è quella messa in atto da chi in questi anni ha fatto precipitare questa città nel degrado, favorendo abusi e illegalità?”

La notizia della sua condanna si è diffusa a macchia d’olio sul web e numerose sono state le attestazioni di solidarietà. Sul caso è intervenuto anche l’ex assessore alla Cultura (ora candidato a sindaco di Roma) Umberto Croppi, che definisce “inspiegabile e gravissima” la sentenza. E si autodenuncia come “correo” di Massimiliano Tonelli. Auspicando per lui “la stessa sollevazione che c’è stata per Sallusti”.