Asilo San Romano. “Pulisci pipì o pulirai col viso”: maestra e direttrice arrestate

Pubblicato il 15 Maggio 2013 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA
Roma, due maestre arrestate: "Picchiavano i bambini dell'asilo"

Roma, due maestre arrestate: “Picchiavano i bambini dell’asilo”

ROMA – “Pulisci la pipì in terra o te la faccio pulire con la faccia“. Botte, minacce e poi gli insulti: “Zozzo”, “Scemo”,  “Bastardo”. Insulti diretti specialmente a quei bimbi dell’asilo che soffrono di difficoltà psicoinfantili e quindi più fragili. Sono storie di violenza, minacce e percosse quelle che arrivano da una scuola materna pubblica di San Romano, a Roma.

“Un clima di terrore”, secondo la Procura di Roma, che la mattina del 15 maggio ha disposto l‘arresto per una maestra, Franca M., e per la coordinatrice della scuola d’infanzia Maria Rosaria Citti. con le accuse di maltrattamenti e percosse. Le piccole vittime hanno in media 4 anni appena e a segnalare per primi gli episodi sono stati alcuni colleghi delle arrestate e alcuni genitori dei bimbi. Ad incastrare le due arrestate le immagini delle telecamere, che hanno ripreso le violenze in aula.

LE INDAGINI – La Procura di Roma ha disposto gli arresti domiciliari dopo le indagini degli agenti del commissariato di San Basilio, diretto da Andriano Lauro, che raccontano gli orrori dell’asilo cominciano a venire a galla nel corso delle indagini. Secondo gli inquirenti, sono diversi i comportamenti violenti e denigratori nei confronti dei bimbi dell’asilo a Roma.

“PULISCI LA PIPI’ CON LA FACCIA” – Tra questi, quella di un bimbo colpevole di essersi fatto la pipì nei pantaloni e per questo costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia.

INSULTI E MINACCE AI BIMBI – Le umiliazioni verbali della maestra dell’asilo di Roma, arrestata dalla polizia, riguardavano anche bambini portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili, che venivano apostrofati come ‘scemo‘, ‘zozzo‘ o ‘bastardo‘. Secondo l’ordinanza di arresto, sono stati tanti gli eventi in cui la maestra è ricorsa alla violenza per ottenere l’obbedienza degli alunni, che vivevano in un clima di terrore.

“VAI DA LUI E SCHIAFFEGGIALO” – Alcuni bimbi, solitamente i più grandi, venivano utilizzati come ‘kapo’ e erano incitati alla violenza e alla denigrazione nei confronti degli altri, specialmente i più piccoli tra i 3 e 4 anni. “Vai da lui e schiaffeggialo”, erano gli ordini che dava la maestra ad alcuni bambini per punire gli altri.

MAESTRE INCASTRATE DALLE TELECAMERE – Dopo aver ascoltato i testimoni, gli inquirenti avevano disposto un’attività d’indagine tecnica, con telecamere installate in aula, che hanno fornito riscontri oggettivi sugli indizi di colpevolezza. Dalle indagini è anche emerso che, nonostante la maestra fosse stata più volte criticata e ripresa anche dalle sue colleghe per i suoi ‘metodi educativi’, continuava nei suoi comportamenti perché coperta dalla direttrice, l’altra donna arrestata dalla polizia.

INTIMIDAZIONI AI COLLEGHI – Nel corso del tempo, il personale scolastico, docenti e non, che denunciava i comportamenti dell’insegnante alla direttrice in alcuni casi sarebbe stato emarginato dall’ambiente. La direttrice, infatti, avrebbe cercato di mettere tutto a tacere senza prendere alcun provvedimento e avrebbe fatto ricorso anche a forme di intimidazioni e ritorsioni nei confronti di chi accusava la maestra.

PISTOIA E L’ASILO CIP E CIOP – La storia della scuola materna San Romano di Roma ricorda fin troppo gli orrori subiti dai bimbi dell’asilo Cip e Ciop di Pistoia, dove le maestre Anna Laura Scuderi ed Elena Pesce sono state condannate dal tribunale di Genova rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e 5 anni di carcere lo scorso dicembre.

Nell‘asilo Cip e Ciop la perizia medica sui 15 bambini tra i 3 e 5 anni vittime delle due maestre ha evidenziato “lesioni gravi”. Le percosse e i maltrattamenti, con bimbi di appena 2 anni schiaffeggiati e costretti a mangiare il proprio vomito, sono state riprese dalle telecamere degli inquirenti, proprio come nel caso dell’asilo romano.