Roma, pestato a sangue fuori dalla discoteca: Stefano è in coma

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2016 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
Roma, pestato a sangue fuori dalla discoteca: Stefano è in coma

Stefano, 33 anni, pestato a sangue all’uscita di una discoteca a Roma

ROMA – Pestato a sangue fuori dalla discoteca. Stefano I., 33 anni, ora è in coma: lo hanno aggredito in via delle Tre Fontane a Roma, nel cuore del quartiere Eur. La mamma racconta al quotidiano Il Messaggero: “Lo hanno preso a calci e pugni, rompendogli costole e mandibola. Ora mio figlio è in coma e rischia di morire”. Mentre la sorella lancia un appello su Facebook: “Chi ha visto parli”.

Stefano è ora ricoverato nel reparto Rianimazione dell’ospedale Vannini, dove lotta tra la vita e la morte. Lo hanno massacrato di botte all’uscita da un locale, nell’indifferenza generale. Forse una lite dovuta ai fumi dell’alcol è sconfinata in rissa.

“Mio figlio era appena uscito dal Fiesta – racconta la mamma Mirella al Messaggero – la notte del 13 luglio e aveva chiesto ad un buttafuori la cortesia di chiamargli un taxi. Non ha l’auto, erano le tre di notte e non sapeva come tornare a casa”. Ma tra i due nasce un diverbio, per cause ancora sconosciute.

Contemporaneamente, da un’auto parcheggiata, scendono altri due ragazzi che avevano assistito alla scena: uno sferra un calcio a Stefano e lo fa cadere a terra.

“Mio figlio è esile – riferisce ancora la madre – è alto 1,65 però è riuscito a rialzarsi. Uno dei due aggressori ha finto di volerlo aiutare, ma la discussione è andata avanti. E’ stato allora che l’altro gli ha dato un pugno in faccia, facendolo cadere nuovamente a terra”.

Via Tre Fontane è il cuore pulsante della movida dell’Eur. Intorno è pieno di giovani ma nessuno alza un dito per aiutare Stefano e nessuno ha visto nulla.

Ecco cosa è accaduto dopo in ospedale:

«Gli hanno riscontrato cinque costole fratturate continua la madre e una mandibola rotta». Il ragazzo viene dimesso, con la prescrizione del riposo assoluto. «Ma pochi giorni dopo sono subentrati dei bruciori molto forti e lo abbiamo riportato al S. Eugenio aggiunge Mirella. Qui è rimasto due giorni in osservazione ma poi è voluto uscire, perché il personale non rispettava una cura che stava seguendo».

Poche sere fa il peggioramento: «Si è sentito male e abbiamo chiamato l’ambulanza, che lo ha trasportato in codice rosso in ospedale. Dopo poche ore è stato intubato e si trova ora in coma farmacologico. I medici ci hanno detto che funzionano meno di due terzi dei suoi polmoni».

Ieri mattina la madre e il padre di Stefano si sono presentati negli uffici dei carabinieri dell’Eur, che hanno raccolto la denuncia e hanno fatto subito partire le indagini, per individuare dei testimoni. Secondo alcune prime testimonianze, sembra che il ragazzo fosse stato protagonista di alcuni diverbi all’interno della discoteca causati dall’alcol. «E’ una storia assurda aggiunge la madre ed è evidente che se anche una persona reagisce verbalmente non può essere presa a calci e pugni».