Roma, sonnifero nello yogurt: tenta di avvelenare la moglie

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2016 - 16:27 OLTRE 6 MESI FA
Roma, sonnifero nello yogurt: tenta di avvelenare la moglie

Roma, sonnifero nello yogurt: tenta di avvelenare la moglie

ROMA – Ha tentato di avvelenare la moglie mettendo delle gocce di un potente sonnifero nello yogurt. Per questo un uomo di 80 anni, che viveva da separato in casa con la ex, è stato condannato a 10 mesi. Scrive il Messaggero:

Ha tentato di avvelenare la moglie, con la quale viveva da tempo da separato in casa, mettendo diverse gocce di un potente sonnifero in un vasetto di yogurt. Una vicenda inquietante che ha avuto il suo esito nelle aule del tribunale dove l’uomo, Salvatore E., pensionato, ottantenne, è stato condannato a 10 mesi di reclusione al termine del processo davanti al giudice monocratico. La donna, 55 anni, aveva avuto come conseguenza una grave intossicazione tanto da aver dovuto ricorrere alle cure mediche in ospedale dove aveva scoperto di aver ingerito una sostanza a base di benzodiazepine. La coppia, entrambi i coniugi al secondo matrimonio, era da tempo in crisi con continui litigi che, fino al settembre del 2013, erano stati solo verbali. Poi l’episodio del sonnifero nello yogurt: la donna, sconcertata, dopo una ammissione di colpa da parte dell’anziano coniuge, aveva abbandonato la casa. In un primo momento aveva deciso di non denunciare l’accaduto e proseguire solo con una causa di separazione ma poi aveva ricevuto un messaggio minaccioso che le ha fatto temere davvero il peggio.

IL MESSAGGINO «Mi ha scritto un sms al cellulare – ha raccontato in aula la donna nel corso del processo – dicendo di aver capito perché un uomo arriva a commettere un femminicidio». Davanti al giudice monocratico, Anna Maria Pazienza, la donna ha spiegato, inoltre, che lei non aveva mai assunto dei sonniferi o sostanze contro l’ansia a base di benzodiazepine e per questo, quando in ospedale ha scoperto di aver avuto una intossicazione di quel tipo, aveva pensato subito al marito che era l’unico a prenderle saltuariamente e ne custodiva un flaconcino in un armadietto del bagno.