Sabrina Misseri, l’avvocato:: “E’ a pezzi, va scarcerata”

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Febbraio 2014 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA

sabrinamisseriTARANTO – Sabrina Misseri è “a pezzi” e va scarcerata perché sono ormai “affievolite le esigenze cautelari”. E’ il perno sul quale ruota il ricorso al tribunale dell’appello di Taranto presentato – e discusso a porte chiuse – dai legali della 26enne di Avetrana, condannata in primo grado all’ergastolo (insieme alla madre Cosima Serrano) per l’omicidio della cugina Sarah Scazzi, di 15 anni, uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010.

Solo dopo le rivelazioni dello zio, Michele Misseri (padre di Sabrina e marito di Cosima), fu scoperto e recuperato il corpo della minorenne. Il contadino, attualmente libero e a sua volta condannato ad otto anni per concorso nella soppressione del cadavere e per il furto aggravato del telefonino della vittima, ha cambiato più volte versione, smentendo, modificando o integrando precedenti dichiarazioni.

Quella determinante, la più accreditata dagli inquirenti, consacrata nel corso di un incidente probatorio, ha portato alle accuse sfociate nella condanna di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. La 26enne, che si è sempre dichiarata innocente, era presente martedì alla discussione del ricorso, da parte dell’avv. Nicola Marseglia (che assiste l’imputata con l’avv. Franco Coppi), contro la decisione della Corte d’assise (20 gennaio scorso) di rigettare la richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare.

“Sabrina – ha detto il legale – è a pezzi. Credo che abbia deciso di venire in tribunale esclusivamente per prendere aria, per uscire dalla cella, per vedere la strada che separa la casa circondariale dal Palazzo di giustizia, per guardare due alberi, vedere qualcosa”.

Prima di sciogliere la riserva sull’istanza dei difensori, il collegio composto da giudici De Tomasi (presidente), De Michele e Incalza, acquisirà la cartella medica di Sabrina Misseri. La decisione del tribunale è attesa per i prossimi giorni. Per i legali della 26enne estetista di Avetrana non sussistono esigenze cautelari.

”Secondo la stessa impostazione accusatoria – ha detto Marseglia – questo è un delitto d’impeto e, quindi, irripetibile. Noi siamo persuasi dell’assoluta innocenza di Sabrina e non per ipotesi di lavoro ma per convinzione personale”.

“Se si volesse privilegiare una volta tanto la presunzione di non colpevolezza in un processo indiziario come questo – ha aggiunto – io credo che l’accoglimento della nostra istanza, e quindi della nostra impugnazione, sia nelle cose, sia nel rispetto della legge”.

Secondo gli investigatori, Sabrina avrebbe ucciso Sarah perché gelosa delle attenzioni che la cuginetta riservava all’amico comune Ivano Russo, del quale entrambe si erano invaghite. Per comprendere le ragioni che hanno indotto la Corte d’Assise a decretare le condanne bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza. Dalla lettura del dispositivo sono trascorsi dieci mesi.