Saipem. Pietro Varone, dalle tangenti al risarcimento

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2014 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA
Saipem. Pietro Varone, dalle tangenti al risarcimento

Saipem. Pietro Varone, dalle tangenti al risarcimento

ROMA – Saipem. Pietro Varone, dalle tangenti al risarcimento. Cacciato per giusta causa dall’azienda dopo un controllo interno prima che un magistrato lo facesse arrestare per tangenti, Pietro Varone, ex direttore operativo di Saipem, è stato infine risarcito per l’ingiusto licenziamento dal Tribunale del Lavoro. Cioè, la tangente c’era (10 milioni) e andava giudicata, hanno stabilito i magistrati del Lavoro, ma Varone non aveva agito di testa sua, attenendosi piuttosto alle disposizioni dei vertici societari.

Pietro Varone era finito sotto indagine nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su una presunta maxi-tangente da quasi 198 milioni di euro che sarebbe stata versata, tra il 2007 e il 2010, ad alcune autorità algerine per l’aggiudicazione da parte della società controllata dall’Eni di appalti per lo sfruttamento di un giacimento petrolifero nel Paese nord-africano. Saipem è stata condannata a versare all’ex manager un milione e 200mila euro circa, mentre è stata respinta la richiesta di risarcimento danni presentata dall’azienda nei confronti dell’ex dipendente.

Varone era stato licenziato l’8 gennaio del 2013 al termine di una procedura interna all’azienda ed era poi stato arrestato lo scorso luglio e scarcerato a dicembre. In particolare, Saipem è stata condannata a versare a Varone oltre 400mila euro “a titolo di indennità di mancato preavviso oltre a un’incidenza sul Tfr per 31.378,92 euro, nonché 741.326,88 euro a titolo di indennità supplementare, oltre interessi e rivalutazione su tali importi dalla cessazione del rapporto al saldo effettivo”. Varone, nei mesi scorsi, nei suoi interrogatori davanti ai pm di Milano aveva ‘tirato in ballo’ a più riprese l’ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, anche lui indagato nell’inchiesta. Stando al racconto dell’ex manager di Saipem in relazione alla vicenda della presunta maxi-tangente, Scaroni, infatti, avrebbe impartito un “ordine” affinché tutta la “struttura” dicesse di non saperne “nulla”.