Nella caserma di Parolisi allieve frustate sulle natiche con canne di bambù

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA

Salvatore Parolisi (Foto Lapresse)

ASCOLI PICENO – Più si scava e più vengono fuori dettagli scottanti dalla caserma di Ascoli, storie che probabilmente si assomigliano in tutte le caserme dove le allieve sono centinaia e gli istruttori (maschi) molti meno. I segreti, che poi troppo misteriosi non erano, della caserma di Parolisi erano noti a Melania? Lei minacciava di raccontare tutto? Sapeva che oltre a Ludovica, Salvatore aveva intrecciato relazioni anche con altre donne? Per questi interrogativi, per svelare un possibile movente, la caserma di Ascoli è da sempre al centro delle indagini.

E i racconti che vengono fuori parlano di una promiscuità notevole. Su Repubblica si legge di allieve frustate con una verga di bambù. E’ una delle testimonianze messe a verbale da uno degli otto testimoni. Una giovane ex allieva, G.C., ha raccontato che gli istruttori erano prede ambite dalle soldatesse. Ricorda Parolisi “e le sue storie” e anche un suo collega, N. C., anche lui caporalmaggiore. “Caterino era il più gettonato, il preferito, spesso le reclute si proponevano e approcciavano gli istruttori in modo esplicito”, scrive Repubblica. Gli addestratori, insomma, non dovevano nemmeno chiedere: erano le ragazze che si proponevano. 450 donne per corso, 1800 all’anno. Ed è proprio G.C. a scendere nei dettagli: lei ha denunciato una situazione che molti conoscevano ma non volevano vedere. La giovane ricorda il caporale M., poi trasferito la scorsa primavera: “M. bacchettava le allieve con una canna di bambù sulle natiche”, accompagnando il tutto con frasi volgarmente scurrili.

“E’ vero, tra istruttori e allieve si instaurano rapporti”, concede il caporale A.L. seppure con una curiosa distinzione: “Nulla di contrario alle regole – continua – perché non mi risulta che siano rapporti sentimentali. Sono rapporti intimi, io personalmente ne ho avuti sei”.