San Raffaele, don Luigi Verzé “indagato per bancarotta”

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Un faccendiere, Pietro Daccò, 55 anni, è stato fermato, mentre cinque persone, tra cui il fondatore dell’ospedale San Raffaele, don Luigi Verzé, risultano indagate per bancarotta nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sulla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, ammessa al concordato preventivo, con alcune condizioni, lo scorso 28 ottobre.

A riferirlo è il ‘Corriere della Sera’ secondo il quale il fermo di Daccò è motivato dal pericolo di fuga e da alcuni suoi movimenti finanziari. Il fermo gli è stato notificato in occasione di un suo rientro in Italia e il faccendiere, secondo il quotidiano molto vicino a Comunione e liberazione, deve rispondere della sottrazione di circa tre milioni di euro.

Daccò è residente a Londra ma ha interessi in Svizzera, Olanda e Curacao. Tra gli indagati, oltre a don Verzé, vi sono invece i costruttori Pierino e Giovanni Luca Zammarchi (padre e figlio) che hanno avuto lavori in appalto dalla struttura sanitaria per decine di milioni di euro. I due sono stati interrogati a lungo ieri dai pm Laura Pedio, Gaetano Ruta e Luigi Orsi.

Una ventina di perquisizioni, anche nella sede dello stesso San Raffaele, sono in corso da parte della Guardia di Finanza di Milano nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta con al centro le vicende del gruppo ospedaliero.

Pietro Dacco’, fermato la sera del 15 novembre nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto finanziario dell’ospedale S.Raffaele di Milano che vede indagato anche il fondatore Don Luigi Verze’, sara’ interrogato per la convalida del fermo probabilmente il 17 o il 18 novembre al massimo dal gip di Milano Vincenzo Tutinelli. La richiesta di convalida del fermo non e’ stata ancora inoltrata dai pm sul tavolo del gip e dunque e’ difficile che l’interrogatorio avvenga oggi.

La Guardia di finanza di Milano ha effettuato perquisizioni anche nei confronti della segretaria particolare di don Verze’, in due yacht che fanno riferimento a Piero Dacco’, l’intermediario in rapporto d’affari con il San Raffaele fermato ieri sera, e nella sede milanese della societa’ di revisione Argos, indicata dagli inquirenti come ‘depositaria’ delle societa estere dello stesso Dacco’.

Da quanto si e’ appreso le fiamme gialle si sono recate sia in casa che in ufficio di Daniela Maria Cattelan, segretaria del fondatore del san Raffaele e nei porti di Ancona e di Lavagna dove sono ormeggiate due imbarcazioni, la Amerika-London e l’Admajora, che sono di proprieta’ di Dacco’.