Santuario di Padre Pio, la dirigente della fondazione accusa: “I frati hanno un conto all’estero”

Pubblicato il 21 Settembre 2009 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA

Il santuario di Padre Pio a San Giovanni rotondo in Puglia rischia di finire sotto una bufera giudiziaria dopo le denunce di Silvia Beatrice Dall’O, dirigente della fondazione Padre Pio da Pietrelcina licenziata dal frate Francesco Di Leo, il rettore del santuario.

Tutto comincia quando la donna, dirigente dell’Ufficio accoglienza Pellegrini, viene licenziata: «Il rapporto di fiducia si era rotto e la signora è stata allontanata» spiega frate Antonio Belpiede, portavoce della Provincia di Foggia dei minori cappuccini.

La Dall’O accusava i frati di averla allontanata dopo che si era rifiutata di portare all’estero l’ennesima busta colma di banconote versate dai fedeli. Insomma, secondo la donna i preti avevano un conto all’estero in cui versare parte delle offerte dei fedeli.

Racconta la Dall’O: «Prima di andare all’ufficio accoglienza io lavoravo all’economato e lì ho subito pressioni per compiere quel che non dovevo;  in sostanza volevano la mia complicità nel tessere irregolarità». Su questa storia ha indagato per diverso tempo la Procura di Foggia. L’accusa era pesantissima: associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, accusa riferita sia ai preti del santuario sia alla Dall’O.

Dopo una lunga e meticolosa indagine con intercettazioni e decine di interrogatori, la Procura di Foggia ha archiviato l’inchiesta sull’associazione a delinquere per infondatezza della notizia di reato: «Sono state sentite – spiega l’avvocato Vincenzo Comi – decine di persone ma si è scoperto che le fantomatiche buste sparite semplicemente non esistevano».

Silvia Beatrice Dall’O tuttavia contrattacca e parla di quell’episodio oscuro avvenuto all’economato nel 2003 e si dichiara vittima di calunnia, mobbing, ingiurie. La donna invita la Procura di Foggia a mettere il naso sulle offerte del santuario che si aggirano secondo diverse voci, sugli 80 mila euro al giorno.

La donna ha al momento perso davanti al giudice del lavoro che doveva decidere del suo licenziamento, ma il verdetto definitivo su questa storia arriverà solo fra qualche mese.

La Dall’O aggiunge: «Io ho fatto solo il mio dovere, ma sono stata trattata ingiustamente come una ladra e in otto successive querele ho spiegato ai giudici tutti gli aspetti della mia via crucis». Insomma il licenziamento, forse avventato rischia di mettere in moto indagini a tappeto e smuovere interessi importanti.