Sara Di Pietrantonio, i 2 che non si son fermati “per paura”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Maggio 2016 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA
Sara Di Pietrantonio, i 2 che non si sono fermati "per..."

Sara Di Pietrantonio, i 2 che non si sono fermati “per…” (foto Ansa)

ROMA – Sara Di Pietrantonio si sbracciava, cercava disperatamente aiuto pochi attimi prima che Vincenzo Paduano la uccidesse in modo così atroce, bruciandola viva nella sua auto. Ma nessuno si è fermato: forse per paura, forse per menefreghismo, forse per quella noncuranza dettata dal principio “io mi faccio i fatti miei”. Magliana, periferia di Roma, notte tra sabato 28 maggio e domenica 29 maggio. Una ragazza bionda cerca di attirare l’attenzione dei passanti. Spera che qualcuno di loro possa salvarla da quell’incubo. Qualcuno passa, ma nessuno si ferma. “Temevano per la loro incolumità”, dice il procuratore Maria Monteleone, le cui parole sono riportate su Repubblica.

“Ho visto quella ragazza bionda che si sbracciava ma non ho capito che stava chiedendo aiuto. E così ho tirato dritto”, dice un testimone ripreso da Giuseppe Scarpa su Repubblica. “Pensavo solo che stavano discutendo animatamente. Solo l’indomani, i miei amici, quando stavo giocando a calcetto mi hanno detto: hai visto cosa è successo a quella ragazza? E lì ho capito tutto. Ho ricollegato tutto alla ragazza bionda che si sbracciava”.

Sulla stessa falsariga un’altra testimonianza: “Stava rientrando dal mare, e ho visto una ragazza di spalle che stava discutendo con un ragazzo fuori dalla macchina. Ho proseguito fino a casa della mia fidanzata. Il tempo di fumarmi una sigaretta, salutarla ho ripercorso la strada al contrario e ho visto quell’auto bruciata ma non ho collegato le due cose. Sono andato a dormire. Solo la mattina mia madre mi dice che hanno trovato un auto bruciata e una ragazza carbonizzata, solo allora ho capito”.

Due testimonianze analoghe, due persone che forse da quel giorno non riescono più a dormire tranquille, perché devono vivere col rimorso di non aver fatto di più, con quel senso di impotenza di chi pensa “forse la potevo salvare”. E che invece ha preferito coprirsi gli occhi, tapparsi le orecchie e andare a casa.