Sarah Scazzi, pm: “Ivano Russo mentì per coprire Sabrina”

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2016 - 16:47 OLTRE 6 MESI FA
Sarah Scazzi, pm: "Ivano Russo mentì per coprire Sabrina"

Sarah Scazzi, pm: “Ivano Russo mentì per coprire Sabrina”

ROMA – Sarah Scazzi, secondo il pm Ivano Russo mentì. E lo fece per coprire Sabrina Misseri, minimizzando la natura del suo rapporto con lei. E invece secondo l’accusa l’intreccio sentimentale tra Russo, Sabrina e la povera Sarah Scazzi c’era ed è proprio in quel grumo di passione e risentimento che va cercata la chiave del delitto. Scrive il sito Sostenitori delle Forze dell’Ordine:

Fra i presunti bugiardi c’è anche Ivano Russo, l’amico di Sarah e di sua cugina Sabrina Misseri, condannata insieme con la madre Cosima Serrano all’ergastolo in primo e secondo grado. I magistrati ritengono che la contesa di Ivano fra le due cugine sia uno degli elementi più forti alla base del delitto. Ivano Russo è accusato di false informazioni al pubblico ministero e falsa testimonianza davanti alla corte d’assise. Per i pm è stato reticente in aula, ha mentito per coprire Sabrina, ha cercato di sminuire l’intreccio di rapporti sentimentali e sessuali con l’estetista, la gelosia ossessiva della ragazza nei suoi confronti, il crescente interesse sentimentale della cuginetta Sarah, al punto che il fratello della ragazzina Claudio lo aveva avvisato di “comportarsi bene con lei” e infine i contrasti fra le due cugine per il comune interesse sentimentale.

Oltre a Ivano rischiano il processo anche sua madre, Elena Baldari, il fratello Claudio Russo e l’ex fidanzata Antonietta Genovino, accusati di aver mentito sostenendo che il 26 agosto 2010, giorno dell’omicidio, Ivano era rimasto a casa, a letto per tutto il pomeriggio. Rischia il processo per falsa testimonianza anche un altro amico di comitiva, Alessio Pisello. Michele Misseri, invece, è accusato di auto-calunnia, per essersi accusato dell’omicidio di Sarah, pur sapendosi innocente, ripetendo l’incredibile versione a pm e magistrati, fino alla corte d’assise.