Sarah Scazzi, il Riesame: “Michele è credibile quando accusa Sabrina”

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 20:40 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

I giudici del Tribunale del Riesame di Taranto ritengono credibile la confessione di Michele Misseri del 5 novembre scorso, in cui ha indicato nella figlia Sabrina l’unica responsabile del delitto.

Quel giorno, secondo i giudici, Misseri ”ha completato il suo doloroso percorso di ravvedimento”. ”Può ragionevolmente affermarsi che sono il disagio morale e il dolore infinito provati che hanno determinato la confessione progressiva e graduale di Michele Misseri”, sottolinea il Tribunale del Riesame.

I giudici spiegano che Michele Misseri, durante gli interrogatori nei quali ha fornito versioni differenti del delitto prima di arrivare a quella definitiva, ha patito un grande ‘travaglio’. ”Le differenti versioni – si legge nell’ordinanza – non sono sintomatiche di inattendibilità bensì espressione del travaglio necessario per giungere, riferendo la verità dei fatti, ad abdicare all’impegno assunto con la figlia di tenerla immune da ogni responsabilità”.

Ad avviso dei giudici, se ”Misseri fosse realmente il turpe assassino della nipote, volenteroso di restare impunito per quanto fatto”, ”non è davvero comprensibile perché, invece di rimanere in attesa dell’evoluzione delle indagini (che verosimilmente non avrebbero condotto a nulla) e al contempo di far sparire qualunque traccia che potesse ricondurlo ai fatti, abbia conservato il telefono cellulare e le chiavi di casa di Sarah; si sia spontaneamente offerto agli inquirenti facendolo ritrovare; e, quindi, abbia confessato l’omicidio facendone ritrovare il corpo”.

Cosi’ come, ”laddove si voglia ritenere che cerchi l’impunità accusando calunniosamente la figlia, non si capisce in alcun modo perché non lo abbia fatto immediatamente”. Secondo il tribunale, la spiegazione è che Misseri – uomo dalla ”personalità assolutamente mite” – si era impegnato con la ”figlia prediletta” a tenerla ”immune da ogni responsabilità ”. Una tesi sostenuta da ”riscontri estrinseci di natura oggettiva”, come il fatto che Misseri ”non è stato autonomamente in grado di riproporre azioni di strangolamento compatibili con l’impronta-solco riscontrata sul collo della Scazzi”, e ”riscontri individualizzati”, come le dichiarazioni di alcuni testimoni.