Sardegna: studenti non pagati messi a fare i camerieri. Una preside dice basta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2017 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
Sardegna: stop ai camerieri studenti dell'alberghiero. Tirocinio o manodopera a basso costo?

Sardegna: stop ai camerieri studenti dell’alberghiero. Tirocinio o manodopera a basso costo?

ROMA – Sardegna: studenti non pagati messi a fare i camerieri. Succede in molti ristoranti e resort della Sardegna delle vacanze. Siamop a luglio e ovunque si registrano casi, si possono vedere i ragazzi, gli studenti dell’alberghiero, di fatto lavorare a pieno titolo e zero salario. Sarebbe, dovrebbe essere, giusta e utile alternanza scuola-lavoro. Ma…

Ma più di un esercente ci marcia e ha deciso di fare dell’alternanza scuola lavoro un suo affare personale, ha deciso di “farci l’estate”. Fa lavorare gli studenti come camerieri, straordinari e super straordinari compresi. E quelli, gli studenti, che possono dire e opporre? Subiscono. Qualcosa ha trovato la forza di dire una preside d’Istituto che ha detto basta e la cosa, almeno, è finita sui giornali, nella fattispecie La Stampa.

Il progetto era legato all’ambizioso piano di “alternanza scuola/lavoro” che consente agli studenti degli istituti alberghieri di fare pratica nei mesi estivi. Solo che gli studenti minorenni impiegati nelle località turistiche della Sardegna si facevano tutti i turni di lavoro, utilizzando in un anno le ore di tirocinio previste per tre anni. Così la preside dell’istituto Ipsar di Sassari ha deciso di imporre uno stop. La regola dice che gli studenti possano trascorrere in un’azienda 400 ore nei tre anni prima del diploma.

“Io non voglio dire che gli albergatori vogliano sfruttare gli studenti per non fare altre assunzioni regolari – racconta Maria Luisa Pala – Dico un’altra cosa: la scuola non è l’ufficio di collocamento. Non dobbiamo infrangere i limiti imposti dalla legge sull’alternanza scuola-lavoro”.

Un freno obbligato vista anche la posizione degli studenti, anello debole della vicenda: “Ogni giorno superiamo il numero delle ore previste – racconta uno di loro alla Stampa – Non possiamo rifiutarci, speriamo di essere richiamati anche l’anno prossimo. Saremo già diplomati, magari ci assumeranno e ci daranno uno stipendio”.

“Un rimborso di 400 euro al mese con la scusa della formazione”, denunciano i sindacati.