“Scafista ubriaco, fumava spinelli”: i superstiti raccontano il naufragio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Aprile 2015 - 21:31 OLTRE 6 MESI FA
"Scafista ubriaco e fumava spinelli": i superstiti raccontano il naufragio

I due scafisti

CATANIA – Beveva vino e fumava spinelli mentre era al comando della nave con 900 disperati. Quella finita in fondo al Mediterraneo col suo carico di morti stipati e chiusi a chiave nella stiva. Sono alcuni passeggeri minorenni a dare qualche dettaglio in più sul naufragio avvenuto al largo della Libia e soprattutto sul comandante dell’imbarcazione: il tunisino Mohamed Alì Malek, 27 anni.

Sono stati i sopravvissuti a parlare e a dire alle autorità italiane di aver visto Malek “in quelle condizioni anche poco prima dell’impatto con il mercantile portoghese”.

Il tunisino quando è stato arrestato ha raccontato la sua versione dei fatti: quando ha visto il mercantile il suo pensiero era solo quello di non finire in carcere. Che da lui dipendesse la vita di quasi mille persone è diventato poco più che un dettaglio:

“Non volevo farmi scoprire e così cercando di nascondermi mi sono distratto e mi sono avvicinato troppo al mercantile, scontrandomi. I passeggeri intanto si erano tutti affacciati da quella parte e così ci siamo rovesciati e il barcone è affondato”.

Se l’impatto è stato un “errore”, forse determinato dall’alcol e dalla marijuana, è il primo crimine a essere il peggiore. Ovvero prendere 900 persone e immagazzinarle nella stiva che è diventata una lugubre fossa comune. Se così pochi si sono salvati è proprio per questo. I migranti erano sotto chiave, senza via di fuga. Sono morti in gabbia, senza poter neppure provare a nuotare verso la salvezza.

Malek è stato arrestato e portato in carcere, stessa sorte al siriano accusato di essere suo complice: Mahmud Bikhit, 25 anni.