Scajola, oggi l’interrogatorio. Nella rete spunta il nome di Gianpaolo Tarantini

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2014 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
Scajola, oggi l'interrogatorio. Nella rete spunta il nome di Gianpaolo Tarantini

Gianpaolo Tarantini (Foto Lapresse)

ROMA – Spunta anche il nome di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese che portava le donne alle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi, nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Claudio Scajola. Venerdì 16 maggio l’ex ministro sarà interrogato nel carcere romano di Regina Coeli dove si trova detenuto con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare del Pdl Amedeo Matacena e, contestazione più grave, di concorso esterno in associazione mafiosa. 

Secondo quanto scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, i pubblici ministeri di Reggio Calabria

“paiono convinti che Scajola faccia parte di una rete più vasta di esponenti di Forza Italia e personaggi legati a quel partito che possa aver avuto un interesse economico e politico a favorire Matacena e i suoi referenti criminali. Vincenzo Speziali il «mediatore» con i libanesi amico di Scajola era in contatto con Giampaolo Tarantini”.

Gli investigatori della Direzione nazionale antimafia stanno indagando sui partecipanti agli incontri organizzati da Matacena a bordo di uno yacht di 40 metri ormeggiato a Porto Venere, in Liguria, intestato a una società di leasing.

Tra gli incontri ci sarebbero state

“Riunioni pianificate con Bruno Mafrici, consulente calabrese con studio in via Durini a Milano e già indagato nel filone d’inchiesta sull’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, accusato di riciclaggio aggravato per conto della cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano. Scajola dovrà chiarire gli affari che aveva avviato con lo stesso Matacena attraverso il legame stretto che aveva con la moglie Chiara Rizzo”,

al momento ancora detenuta in Francia in attesa dell’estradizione con l’accusa di aver organizzato un sistema per nascondere il patrimonio del marito attraverso intestazioni fittizie di società e di aver riciclato i proventi. E con la quale l’ex ministro Scajola avrebbe parlato di contatti con l’ex presidente libanese Amin Gemayel forse, almeno secondo l’accusa, per organizzare una fuga di Matacena in Libano.