Scontro treni in Puglia, mamma e figlia morte abbracciate? Bugia

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Luglio 2016 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA
Scontro treni in Puglia, mamma e figlia morte abbracciate? Bugia

Scontro treni in Puglia, mamma e figlia morte abbracciate? Bugia

BARI – Mamma e figlia morte abbracciate tra le lamiere dello schianto ferroviario in Puglia, costato la vita a 23 persone. A riportare quella scena straziante dinanzi alle telecamere di Repubblica Tv erano state due volontarie del Suem 118, Enza e Marianna. Ma a due giorni dalla strage, quando ormai la lista delle vittime è tristemente nota, mamma e figlia non compaiono. Non ci sono neppure nell’elenco dei feriti. L’unica mamma che ha perso la vita nell’incidente si chiamava Patty Carnimeo, faceva l’estetista e si stava recando a lavoro da Andria a Bari. La sua bimba, di appena due anni e mezzo, era a casa col papà.

La domanda sorge allora spontanea: cosa hanno visto davvero Enza e Marianna in quell’inferno di lamiere? E che fine hanno fatto quei corpi? Erano fantasmi? O più semplicemente il frutto della fantasia cinica e discutibile di due persone in cerca del loro momento di gloria?

Andando a riguardare quelle immagini, le due volontarie intervistate dal giornalista di Repubblica sembrano piuttosto sicure di quanto descrivono. Hanno il volto affranto e la divisa da lavoro ancora impolverata. “Scene raccapriccianti”, dicono. E a precisa domanda (“Avete anche ritrovato anche una mamma e una bambina abbracciate, per loro non c’era più niente da fare, vero?”) loro non si limitano a confermare. Aggiungono dettagli: “Non si può raccontare quella scena. Solo chi è mamma, chi è genitore può capire in quel momento cosa si è provato”. Il cronista indaga, dove è avvenuto il ritrovamento? “Non te lo sappiamo dire”, risponde una. “Era a terra vicino a un ulivo – replica l’altra – La mamma era sul fianco destro”. Poi si corregge: “Scusate volevo dire sinistro”.

Ma pur volendo credere a quell’immagine, forse frutto della confusione, non vi è traccia di un simile ritrovamento. Nella lista delle vittime non ci sono proprio bambini: il più giovane si chiamava Antonio Summo, aveva 15 anni, era andato ad Andria a sostenere l’esame di riparazione.