Scuola: prof abilitata fa la bidella anche dove insegnò. Francesca Capecce racconta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2017 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Scuola: prof abilitata fa la bidella anche dove insegnò. Francesca Capecce racconta

Scuola: prof abilitata fa la bidella anche dove insegnò. Francesca Capecce racconta

ROMA – Scuola: prof abilitata fa la bidella anche dove insegnò. Francesca Capecce racconta. Le è capitato di lavorare come bidella anche nella scuola alberghiera dove insegnava accoglienza turistica: è la storia che Francesca Capecce da Termoli, docente abilitata al concorso ma appartenente alla vasta schiera dei cosiddetti idonei fantasma, ha raccontato al Corriere della Sera. Dalla cattedra agli spazzoloni e ai lavori pesanti per colpa della legge Gelmini che ridusse l’offerta scolastica della sua materia, Francesca non s’è persa d’animo né si è pianta addosso: un manifesto vivente alla dignità del lavoro.

Eppure c’è eccome di che lamentarsi: aver superato scritti e orali, essere giudicata idonea al concorso (faceva parte di quel 10% in più destinato alle graduatorie rispetto ai vincitori), vedersi sfilare un posto da qualche supplente bocciato. Ora si porta a casa 900 euro al mese come collaboratrice scolastica, un salto indietro rispetto ai 1300 sui quali ha potuto contare 10 anni tondi, quelli della sua carriera da docente.

Le è capitato di lavorare anche per scuole dove aveva insegnato? «Sì, l’anno scorso, per un alberghiero, la stessa scuola dove ero stata anche alunna. All’inizio non volevo accettare, mi sembrava troppo. Poi mi hanno convinto, ricordandomi che ciò che conta è lavorare con dignità. Temevo il giudizio dei ragazzi. E invece mi hanno stupito: mi hanno incoraggiato, aiutato, e detto più volte che per loro ero un esempio di coraggio e fierezza. Mi chiamavano professoressa anche se lavavo i piatti nel laboratorio di cucina, invece di stare in cattedra. Mi hanno detto che ho insegnato loro il senso del dovere e del sacrificio. Devo dire la verità, sono stati di grande aiuto e incoraggiamento». Poi ha tentato il concorso, sperando di riconquistare la sua posizione. (Valentina Santarpia, Corriere della Sera)