Sezze: Pietro Petrianni uccide cognato Maurizio Di Raimo e occulta cadavere

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Giugno 2015 - 11:51 OLTRE 6 MESI FA
Sezze: Pietro Petrianni uccide cognato Maurizio Di Raimo e occulta cadavere

Sezze: Pietro Petrianni uccide cognato Maurizio Di Raimo e occulta cadavere (foto di repertorio Lapresse)

SEZZE (LATINA) – Avrebbe ucciso il cognato durante una lite per un debito non pagato e ne avrebbe fatto sparire il corpo. Con questa accusa un 63enne di Sezze, in provincia di Latina, Pietro Petrianni, è stato arrestato la scorsa notte dalla polizia per omicidio e occultamento di cadavere. La vittima è Maurizio di Raimo, 53 anni. La compagna della vittima, sorella della moglie di Petrianni, ne aveva denunciato la scomparsa. Il presunto omicida, scrive l’Ansa, ha tentato di depistare le indagini raccontando che Di Raimo se n’era andato con un’altra donna.

Continua l’Ansa che, secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile di Latina, Petrianni avrebbe avuto una colluttazione con Di Raimo venerdì 5 giugno nell’officina di carrozziere di quest’ultimo. Motivo della lite un debito della vittima con il cognato per l’affitto della stressa officina. Secondo alcuni testimoni, spiega l’Ansa, il dissidio andava avanti da tempo.

Petrianni, insiste l’Ansa, avrebbe ucciso Di Raimo con diversi colpi di arma da fuoco e poi ha cercato di cancellare le tracce prima di far sparire il cadavere del cognato, secondo la ricostruzione della polizia. Quando la compagna di Di Raimo ha visto che l’uomo non tornava a casa venerdì sera ha chiesto notizie a Petrianni, che ha raccontato di averlo visto allontanarsi su una macchina di grossa cilindrata con una donna molto avvenente.

La moglie dell’omicida, racconta l’Ansa, ha però riferito alla sorella che suo marito quella sera era rientrato con la maglietta strappata, segno di una colluttazione. La compagna di Di Raimo è tornata in questura e le indagini in 12 ore hanno permesso di inchiodare il presunto assassino. Nella sua macchina, trovata in zona Campoverde, c’erano segni di una colluttazione. Decisive le tracce di sangue trovate nell’officina della vittima assieme all’ogiva di un proiettile.