Shaboo, “prima sei Superman, poi senti i topi negli occhi”. Le confessioni di un ex pusher

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2017 - 12:34 OLTRE 6 MESI FA
Shaboo, "prima sei Superman, poi senti i topi negli occhi". Le confessioni di un ex pusher

Shaboo, “prima sei Superman, poi senti i topi negli occhi”. Le confessioni di un ex pusher

ROMA – Shaboo, “prima sei Superman, poi senti i topi negli occhi”. Le confessioni di un ex pusher. A Milano l’anno scorso una colf filippina finì scaraventata fuori dalla finestra del suo appartamento: era stato il fratello, in preda agli effetti dello shaboo, la metanfetamina più pura e pericolosa. Ma sbagliamo a chiamarla la droga dei filippini con cui con una certa condiscendenza sottovalutiamo l’abuso di questa sostanza come problema periferico.

Le confessioni di un ex spacciatore di shaboo filippino raccolte da Andrea Galli sul Corriere della Sera smentiscono l’uso esclusivo da parte della comunità asiatica: il mercato è in mano ai cinesi, a far la fila per ottenere la droga dieci volte più potente della cocaina ci sono anche italiani. E il fenomeno ha i tratti dell’emergenza, la paura è che si diffonda come il crack a metà degli anni ’80 nelle metropoli americane.

Perché gli effetti sono terribili: lunghe ore di “sconvolgimento” in cui non si sente né fame né fatica, seguiti da un hang over che può durare giorni in cui anche girarsi sul fianco nel letto diventa un’impresa impossibile. Il racconto dello spacciatore è agghiacciante.

“Nella seconda guerra mondiale, i soldati giapponesi stavano in piedi grazie allo shaboo. La droga gli permetteva di rimanere in trincea anche per un giorno e una notte senza il minimo cedimento. Perché è così che in un primo momento funziona: ti senti Superman, non hai bisogno di mangiare e bere, non avverti la necessità di dormire, per tacere di come stai sessualmente, altro che Viagra… Sei felice, euforico. Potresti spostare montagne con una mano. Se gli altri camminano, tu corri; se gli altri corrono, vai veloce come su una moto. Ti sembra d’essere invincibile, al ritorno dal lavoro porti i bambini al parco e la moglie a cena, poi chiami gli amici e fai un giro anche con loro”. (testimonianza raccolta da Andrea Galli sul Corriere della Sera)

Il dopo, la realtà dopo la fuga nel delirio indotto dallo stupefacente, è un film allucinato e terribile, gli effetti dello shaboo impattano direttamente sulla tenuta psichica dell’assuntore oltre che sulla stessa fisionomia facciale come testimoniano i volti deformati dei tossicomani più incalliti.

“Ce n’era uno, filippino, che mi raccontava questo: all’improvviso, di giorno come di notte, vedeva tutto lo spazio davanti a sé invaso di enormi scarafaggi alti due metri. Aveva preso l’abitudine di tenere nello zaino gli spray contro gli insetti e appena arrivavano le allucinazioni sparava tutta la sostanza… Lo faceva anche per strada, e intanto si metteva a urlare. Un altro si svegliava di colpo e voleva strapparsi gli occhi, sosteneva che dentro ci fossero i topi che volevano divorarsi le sue pupille”). (testimonianza raccolta da Andrea Galli sul Corriere della Sera)