Le telefonate di Simone al centralino antiomofobia: “Capisco i gay suicidi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2013 - 10:23 OLTRE 6 MESI FA
Le telefonate di Simone al centralino antiomofobia: "Capisco i gay suicidi"

Le telefonate di Simone al centralino antiomofobia: “Capisco i gay suicidi”

ROMA – Le telefonate di Simone al centralino antiomofobia: “Capisco i gay suicidi”. Due settimane prima di scegliere di farla finita, prima di gettarsi nel vuoto dall’undicesimo piano di un palazzo, Simone cercò, se non aiuto, almeno un po’ di solidarietà telefonando un’ultima volta al centralino antiomofobia di Roma (Gay Helpline). Sono una decina le telefonate registrate a suo nome, qualcuna in forma anonima.

Colpisce una frase: “i ragazzi che si sono… suicidati…perché dicevano che erano gay…io capisco come si sentivano… il loro stato d’animo…alle volte viene anche a me la voglia di farlo…”. Voleva dire che sulla sua pelle aveva sperimentato le mezze frasi, le allusioni, la discriminazione vigliacca di chi, dalle superiori all’università fino al posto di lavoro, con zelo degno di miglior causa, lo additava ammiccante.

Sono uno studente di scienze infermieristiche… faccio il tirocinante… quando passo nei corridoi sento le voci alle mie spalle…si chiedono se sono “frocio”… gay… i colleghi… li vedo che mi indicano… fanno battutine

Gli inquirenti hanno acquisito le registrazioni. E’ un atto dovuto per verificare che non sussistano elementi per il reato di istigazione al suicidio. Ma è proprio dalle parole di Simone che bisogna amaramente constatare come il concerto ossessivo delle voci fosse diventata una sola voce. ” Tutti colpevoli, nessun colpevole” commenta Fabrizio Marrazzo che, a partire dal suicidio di Simone, perora la causa di una legge che punisca gli omofobi.

“L’Italia è un Paese libero ma ci sono gli omofobi. Chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza” sono le ultime, drammaticamente lucide parole di Simone, il suo messaggio finale. Un Paese schiavo dei suoi pregiudizi si può chiamare libero?