“Dacci i soldi o sequestriamo i tuoi figli”, furto in casa per la giornalista Cristina Guerra

Pubblicato il 17 Marzo 2011 - 13:51 OLTRE 6 MESI FA

Cristina Guerra

ROMA – E’ stato un incubo per la giornalista del Tg1 Cristina Guerra, un incubo vissuto tutto in una notte, in cui è stata rapinata a Roma nella sua casa sull’Aurelia. «Apri la cassaforte o prendiamo uno dei tuoi figli, e lo portiamo al campo nomadi», le hanno detto due banditi con accento dell’est secondo il suo racconto.

«Mi hanno svegliata nel cuore della notte – racconta la giornalista, madre di tre gemellini – avevano il volto coperto dai passamontagna, e due su tre erano armati di pistola. All’inizio ero terrorizzata, mi hanno detto: “Stai calma”. Hanno messo sottosopra la mia stanza, cercavano i gioielli. Poi hanno voluto che indicassi la cassaforte. Ho pensato che nascondergliela sarebbe stato inutile e pericoloso. “Aprila e non ti succederà niente!”, mi hanno ordinato, e così ho fatto», ha detto ancora.

Poi uno dei due rapinatori ha preso gioielli per 30 mila euro e voleva che la giornalista aprisse la cassaforte,  un’altra cassaforte. «L’ha lasciata il precedente proprietario di casa, non ho le chiavi e non l’ho mai aperta – continua la giornalista – ho cercato di spiegarlo ai rapinatori, ma loro non ci credevano. Mi hanno interrogato per un’ora e un quarto: gli ho spiegato che un tecnico mi aveva chiesto 300 euro per fare quel lavoro, che avrebbero potuto farlo loro, se ci riuscivano. A un certo punto – ricorda ancora – non ho avuto più paura, mi sono stupita per la mia freddezza. Un rapinatore mi ha spintonato, mentre un complice mi puntava quel pezzo di ferro. Mi hanno avvertito che se non avessi aperto quella cassaforte avrebbero portato via uno dei bambini. I piccoli dormivano nella loro cameretta, per fortuna non si sono accorti di niente: se ne avessero preso uno non so proprio come sarebbe andata a finire».

E ancora: «Uno di loro mi diceva “Allora, lo vado a prendere?”, e aspettava gli ordini del capo. Gli ho risposto: “Ma avete una coscienza, una famiglia? Avete preso 30 mila euro, non vi basta ancora?” – aggiunge la giornalista -. Forse questo li ha convinti. Mi hanno chiesto chi dormisse in un’altra stanza. Ho detto: “La baby sitter, lasciatela in pace, non c’entra niente: è romena come voi”. Sono rimasti in silenzio. Poi mi hanno chiuso in camera con i bimbi, e sono scappati».