“Ho perso la testa”, confessa l’omicida di Loreto che ha sparato alla ex e alla madre della ex

Pubblicato il 29 Luglio 2010 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA

Loreto

”Ho perso la testa, non so neppure io cosa ho fatto”.

Sono le prime parole che Claudio Alberto Sopranzi, l’omicida di Loreto, avrebbe detto consegnandosi ai carabinieri della stazione di Numana. La stessa cittadina in cui l’uomo lavora, e dove l’ex fidanzata Vincenza Mannino, rimasta ferita nella sparatoria, lo avrebbe denunciato in passato per maltrattamenti e molestie.

Mentre nella villetta della mattanza sono in corso gli accertamenti dei carabinieri della Scientifica e del medico legale, Sopranzi potrebbe essere interrogato a breve in caserma dal pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore Valeria Sottosanti.

Stando ad una prima ricostruzione della vicenda infatti, l’uomo si sarebbe presentato a casa della ex questo pomeriggio, dopo una litigata fatta iera sera, e, a bruciapelo, avrebbe fatto fuoco contro di lei, conto la madre Rita Pulvirenti e la sorella Silvana.

Una raffica di colpi esplosi in rapida successione nel piccolo alloggio di famiglia, apparso completamente imbrattato di macchie di sangue. Poi l’assassino ha inforcato la sua mountain bike gialla e nera e si è allontanato dalla frazione, proseguendo la fuga a piedi, prima di cambiare idea e andare a costituirsi.

Claudio Alberto Sopranzi, il guardiano di camping di 51 anni, ha sparato con una pistola Beretta calibro 7,65, regolarmente detenuta con altre armi. Circa tre ore e mezza dopo il fatto, alle 19, Sopranzi si è costituito presso la caserma dei Carabinieri di Numana, portando con sé la pistola. Dopo essersi allontanato dalla villetta di frazione Grotte a bordo di una bicicletta, aveva abbandonato la bici e si era messo a vagare e piedi per le campagne.

Si era disfatto di un telefono cellulare, per non essere rintracciato, e con alcune schede ‘pulite’ aveva telefonato a persone a lui legate, contattate in precedenza dagli investigatori. Un modo per spingere l’assassino a consegnarsi alle forze di polizia, come poi e’ effettivamente avvenuto.

Agghiacciante il quadro che si è presentato ai primi soccorritori nell’abitazione di via De Gasperi 26. Rita Pulvirenti, raggiunta da almeno cinque proiettili, è stata trovata morta nell’ingresso, la figlia Silvana era agonizzante in camera da letto, ed è spirata poco dopo, l’ex fidanzata dell’omicida, Vincenza Mannino, si è salvata forse per caso: ferita agli arti e all’addome è caduta a pochi metri dal portone di ingresso.

Non lontano dalla villetta c’erano i due figli di Silvana, che avrebbero sentito tutto, mentre i vicini davano l’allarme. Assente invece il marito della Pulvirenti e padre di Silvana e Vincenza, Salvatore Mannino, un operaio originario di Catania.