Stefano Cucchi: altri due carabinieri (padre e figlio) indagati. Il bianchetto sul rapporto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Gennaio 2017 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Cucchi: altri due carabinieri (padre e figlio) indagati. Il bianchetto sul rapporto

Stefano Cucchi: altri due carabinieri (padre e figlio) indagati. Il bianchetto sul rapporto

ROMA – Stefano Cucchi: altri due carabinieri (padre e figlio) indagati. Il bianchetto sul rapporto. Due novità sul caso Cucchi dopo che la procura di Roma ha chiuso la nuova indagine, stavolta incentrata sull’accusa di omicidio preterintenzionale. Altri due carabinieri (ora in tutto sono 5) sono finiti nel registro degli indagati ed è stato ricostruito il contenuto del registro di caserma con la conferma di una manomissione per cancellare le tracce del passaggio di Stefano.

I due carabinieri – Enrico e Sabatino Mastronardi -sono padre e figlio, entrambi marescialli, non parteciparono al presunto pestaggio: sono accusati invece di aver rilasciato false informazioni al pm, avendo negato di aver visto il giovane malconcio. Legata a questa circostanza, quella del bianchetto presumibilmente utilizzato per cancellare sul report del fotosegnalamento le tracce della presenza di Cucchi in caserma. Quella del fotosegnalamento cui il giovane si sarebbe opposto è il cuore dell’inchiesta: i magistrati sospettano che al rifiuto di Cucchi sia scattato il pestaggio fatale.

“Non fotosegnalato in quanto inveiva contro gli operanti”, questa frase ben cancellata significa prima di tutto che Cucchi passò per quella stazione. Ma c’è ovviamente molto di più. Il geometra si ribellò al foto segnalamento, inizialmente i militari annotarono la sua reazione poi però accadde l’imponderabile. I carabinieri avrebbero dovuto contestargli un nuovo reato “resistenza a pubblico ufficiale”.

Probabilmente, ragionano gli inquirenti, optarono per un’altra strada. Cucchi venne picchiato. I militari a questo punto si resero conto di aver esagerato e allora decisero di eliminare ogni passaggio del geometra dalla stazione Casilina. Bianchetto alla mano cancellarono il nome di Cucchi e l’accusa annotata accanto, sovrascrissero il nome e le generalità di un altro arrestato Misic Zoran. In sostanza niente annotazione nell’elenco, niente prova del passaggio nella stazione e nessun pestaggio da scaricare sulle spalle dei presunti autori dell’aggressione, i militari Francesco Tedesco, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. (Giuseppe Scarpa, La Repubblica)