Firenze, carabiniere ammette: “Rapporto consenziente”. Chi mente?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2017 - 08:12| Aggiornato il 12 Settembre 2017 OLTRE 6 MESI FA
Stupro Firenze, carabiniere ammette: "Ho avuto consenziente". Chi mente?

Stupro Firenze, carabiniere ammette: “Ho avuto consenziente”. Chi mente?

FIRENZE – Qualcuno mente. O uno dei due carabinieri, o le ragazze che li accusano. Sul presunto stupro di Firenze infatti uno dei due carabinieri (entrambi sospesi dall’Arma) ha ammesso: “Ho avuto un rapporto ma lei era consenziente”. Uno dei due militari accusati dalle turiste americane di violenza sessuale nella notte di mercoledì si è presentato alla Procura e ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale. Avrebbe raccontato però che si è trattato di un rapporto consenziente. “Mi ha invitato a casa e siamo stati insieme”.

Come spiega Il Corriere della Sera, il militare si è presentato dal magistrato con il suo avvocato. “Nessuna violenza”, ha dichiarato. Adesso sono in corso le verifiche per ricostruire la reale dinamica della vicenda e soprattutto per capire il ruolo dell’altro carabiniere, anche lui indagato.

Chi sono i due? I nomi non si conoscono. Ma si ha un profilo della loro carriera. Uno carabiniere da vent’anni. L’altro, più giovane, residente a Prato, era invece stato assegnato da poco al nucleo radiomobile, il pronto intervento, il 112. “Ero stordita, non mi sono resa bene conto di cosa mi stesse facendo, poi non sono riuscita a reagire”, ha raccontato una delle ragazze.

Questi stralci delle deposizioni delle due ragazze. Una originaria del New Jersey, l’altra del Maine. Tutte e due in Italia per studiare arte e italiano. Le due ragazze erano uscite da una discoteca di Firenze. “Non stavamo bene, avevamo bevuto troppo” racconta una delle due ragazze. Una di loro due, ha confessato, si è fatta anche uno spinello. Così provano a chiamare un taxi.

A un tratto vedono una volante: “Si avvicinano, sono due militari in divisa. Ci dicono che se vogliamo possono darci un passaggio”. Accettano. “Sono gentili, ci accompagnano a casa” raccontano. E ancora: “Arriviamo a casa, i carabinieri parcheggiano l’ auto (risulterà poi che i due militari hanno avvisato la centrale che stanno effettuando un controllo, ndr ) e si offrono di accompagnarci sino a casa”. Ci sono telecamere nella zona, riprendono la scena.

Le due ragazze spiegano che una di loro, quella che ha bevuto di più, decide di prendere l’ ascensore: “L’uomo in divisa entra con me e quando la porta si chiude mi violenta – ricorda la più giovane -. Si avvicina, mi mette le mani addosso, è un rapporto completo, che subisco perché non ho la forza di reagire. Non riesco a gridare, non chiedo aiuto. Dura pochi minuti. Terribili”.