No Tav, attacco a cantiere Chiomonte: molotov, bengala, razzi e bombe carta

Pubblicato il 14 Maggio 2013 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA
Tav, attacco a cantiere Chiomonte con bengala, razzi e bombe carta

Tav, cantiere di Chiomonte (Foto LaPresse)

TORINO  – Bengala, razzi e bombe carta: una vera e propria “pioggia di molotov” contro il cantiere Tav di Chiomonte nella notte tra 13 e 14 maggio. L’attacco al cantiere è partito intorno alle 3.15 del 14 maggio e almeno 30 persone travisate vi hanno preso parte. Il gruppo di persone ha preso d‘assalto il perimetro del cantiere in un caso tagliando un piccolo tratto di recinzione, in altri cercando di bloccare con cavi di acciaio alcuni varchi normalmente utilizzati dalla Forza Pubblica per gli interventi all’esterno dell’area.

Le molotov hanno centrato un generatore, danneggiandolo in modo grave. Danneggiati anche le recinzioni attorno al cantiere, dove l’attacco ha interrotto i lavori solo per pochi minuti. A scopo precauzionale, l’incontro previsto a Bussoleno con i tecnici di Ltf, che avrebbero dovuto spiegare il progetto ai residenti cosi’ come avvenuto nei giorni scorsi a Susa, è stato annullato. I No Tav nei giorni scorsi avevano infatti preannunciato l’intenzione di boicottare l’incontro.

Azioni simultanee, su più fronti, utilizzando bengala, razzi esplosi da un rudimentale mortaio, artifici pirotecnici, bombe carta e bottiglie incendiarie. La Questura riferisce che almeno cinque aggressori hanno scagliato una dozzina di bottiglie incendiarie, di cui due contro le forze dell’ordine che hanno respinto gli attacchi facendo uso di lacrimogeni.

La polizia ha sequestrato, fuori dal cantiere, un rudimentale mortaio utilizzato per lanciare i razzi, costituito da un tubo di cinque centimetri di diametro con sfiatatoio, due bottiglie incendiarie inesplose, alcune torce utilizzate per accendere le bottiglie incendiarie, quattro catenacci utilizzati per bloccare i cancelli, tre cesoie e una maschera antigas. Tra il materiale sequestrato c’è anche un mortaio.

Roberto Cota, governatore della Regione Piemonte, ha definito l’attacco “un vero e proprio atto di guerra”: “‘Il governo invii rinforzi e si faccia carico del problema. Chiederò ad Alfano di attivarsi per monitorare il fenomeno”.