Tbc in polizia, falso allarme: “Nessun contagio da migranti”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Febbraio 2017 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nessun poliziotto si è ammalato di tubercolosi per contatto coi migranti. Il falso allarme scattato a seguito dell’emergenza profughi, con quasi 300 mila persone sbarcate sulle coste italiane in condizioni igienico sanitarie precarie, è stato prontamente smentito da una circolare del Capo della Polizia, Franco Gabrielli: “Nessun caso accertato dopo due anni di screening”.

Il monitoraggio sui poliziotti italiani è stato appena pubblicato e validato dalla rivista medica British Medical Journal Open. Un protocollo sanitario straordinario ha dunque rilevato che non c’è stato alcun picco di contagi. Ma in un certo senso l’allarmismo ha funzionato come deterrente, favorendo i protocolli di prevenzione e l’uso di mascherine consegnate a migranti e agenti di polizia.

Francesco Grignetti sul quotidiano la Stampa spiega che ora il monitoraggio sarà interrotto:

perché a reiterare troppo i test sulla tbc si corre il rischio di «positivizzare» i risultati dei test. Controlli specifici si faranno solo per gli agenti a contatto con casi accertati di tubercolosi contagiosa o per i più giovani, «al fine di confermare nel tempo la bassa incidenza di positività finora riscontrata».

Il segretario generale del Silp-Cgil, Daniele Tissone, sottolinea:

“Come è stato sfatato dal ministro Minniti nei giorni scorsi il mito che gli indici di reato tra i migranti siano alle stelle, così oggi si sfata un altro mito duro a morire, e cioè che i migranti siano portatori di malattie contagiose. Non è così e bisogna sottolinearlo con forza. Purtroppo da noi continua a resistere una mentalità sbagliata, che equipara il migrante a criminale oppure, peggio, a terrorista. Non è così. La realtà è un’altra”.