Terremoto Abruzzo: dai blog alle tendopoli cresce la protesta sui tempi ed i fondi della ricostruzione

Pubblicato il 5 Maggio 2009 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA

«Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a una ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L’Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie»: con queste parole Rosella Graziani, una giovane donna colpita dal terremoto abruzzese analizza il decreto del Governo per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma.

Ma non è solo la giovane donna a parlare, sui blog, su Facebook, ed anche nelle stesse tendopoli cresce il malcontento dei cittadini colpiti dal sisma, che non sono per niente soddisfatti dei provvedimenti economici presi dal Governo italiano. La lettura approfondita del decreto legge, e la verifica che i soldi all’Abruzzo in gran parte (4,7 miliardi di euro) saranno racimolati dall’indizione di nuove lotterie, dagli interventi sul lotto, e dai sempreverdi provvedimenti anti-evasione, soldi veri niente, e che in più le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (da oggi al 2033) hanno infatti creato fremiti di rabbia dapprima isolati e poi sempre più partecipati.

Ma quali sono le menzogne e dove sta l’inganno? I soldi veri, il cash disponibile che Tremonti rende immediatamente spendibile si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l’emergenza, restano 700 milioni di euro destinati alla costruzione delle casette temporanee, 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne deduce che la totalità delle case provvisorie sarano realizzate totalmente entro l’anno prossimo. Dunque qualcuno avrebbe un tetto a settembre, qualcuno a ottobre, qualche altro a gennaio, o nella primavera che verrà. Ma sarà veramente così? E’ questo il dubbio che tormenta gli sfollati.

Intanto lo scorso lunedi i sindaci delle aree terremotate si sono riuniti e hanno iniziato in un borbottio che è poi sfociato in un documento di dura protesta. «Vogliamo vedere nero su bianco i soldi per la ricostruzione e non solo quelli per le casette transitorie. L’Aquila va costruita dov’era e com’era. Così non sarà: a leggere il decreto i tempi sono dilatati fino al 2033, una data ridicola», ha dichiarato la presidente della Provincia Stefania Pezzopane.